Sette anni di carcere, risarcimento danni per 5,4 milioni di dollari e restituzione di tutto ciò che ha acquistato grazie ai proventi della propria attività illegale: questa la condanna piovuta sulla testa di Nathan Peterson, californiano di 27 anni che il Dipartimento della Giustizia considera uno dei maggiori pirati di tutti i tempi.
Peterson si è infatti dichiarato colpevole lo scorso dicembre di aver venduto illegalmente per quasi due anni grandi quantità di copie di software pirata attraverso un dominio ed un network di siti, grazie ai quali è riuscito a evitare per molti mesi di essere individuato e arrestato.
Case, automobili e persino yacht sono nella lista della spesa di Peterson, tutti beni che secondo il tribunale che l’ha giudicato, quello di Alexandria, in Virginia, devono essere posti all’asta per contribuire a risarcire le softwarehouse danneggiate dalla vendita, su tutte Adobe, Microsoft e Symantec.
“Sono rimasto catturato da questo meccanismo – ha dichiarato Peterson – erano molti i soldi che giravano. È stata una esperienza potente e unica quella che ho vissuto, per non parlare dei milioni di dollari che arrivavano. Nel tempo ho iniziato a pensare che era giusto, ma ora ho capito di aver sbagliato”.
La sentenza avrebbe potuto essere ancora più severa, con una condanna fino a 10 anni di reclusione.