Il settore dei wearable continua a crescere. I dati presenti nel report di IDC (International Data Corporation ) sono chiari: a livello globale, il secondo trimestre del 2018 registra un aumento del 5,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’analisi in dettaglio dei dati raccolti nel documento permette di scoprire come sta evolvendo il mercato degli wearable sulla base delle richieste degli utenti, ma anche delle nuove tecnologie.
I mercati emergenti sollevano la domanda
La categoria dei wearable, oltre agli smartwatch, include anche gli smartband, notoriamente più economici dei classici orologi intelligenti. Si tratta di un dato importante perché gli activity tracker, attualmente, costituiscono la maggior parte delle unità spedite. Tuttavia, nei mercati più affermati (Giappone, Europa occidentale e Stati Uniti) la domanda di smartband è pesantemente crollata rispetto allo scorso anno. Per questo motivo, nonostante l’aumento di richieste di smartwatch, il settore ha subito un crollo complessivo del 6,3%.
Il contrario accade nei mercati emergenti di Africa, Medio Oriente, America Latina, Europa Centrale e dell’Est. In queste aree, la domanda di activity tracker economici è decisamente in aumento così come – seppure lentamente – quella degli smartwatch. Per questo motivo, rispetto allo scorso anno, il settore è cresciuto del 14%.
Il calo della domanda? Un periodo di transizione
Il complessivo calo di domanda all’interno dei mercati maturi non è assolutamente sintomo della diminuzione di interesse verso i wearable da parte degli utenti. Se da una parte è diminuita la richiesta di smart band economici, dall’altra è in aumento quella di smartwatch dotati di feature basate su nuove tecnologie. Secondo Jitesh Ubrani, analista senior di IDC Mobile Device Trackers, si tratta perlopiù di un momento di transizione fra vecchie e nuove generazioni di dispositivi indossabili.
Se la generazione precedente di wearable era focalizzata su feedback descrittivi come il conteggio dei passi, le nuove generazioni vantano tecnologie in grado di fornire strumenti diagnostici. Intorno a queste novità c’è un vero e proprio sistema di sviluppatori di applicazioni, gestori telefonici, produttori di componenti, infrastrutture sanitarie e non solo. Ognuno di questi attori è pronto per la crescita prevista negli anni a venire.
Ad ogni modo, per quanto riguarda il settore degli activity tracker non c’è a temere, almeno per il momento. Infatti, esistono ancora diverse nicchie di utenti che continuano a preferire avere al polso un dispositivo più semplice, meno ingombrante e – soprattutto – più economico del classico smartwatch. Secondo quanto dichiarato da Ramon T. Llamas – direttore del team di ricerca di IDC dedicato alla sezione wearable – il decremento della domanda c’è, ma non porterà per adesso all’eliminazione di questo genere di prodotto.
I cinque produttori di wearable con i migliori risultati del 2018
Il risultati del report sui wearable di IDC, relativo al secondo trimestre 2018, mostrano quali sono i top player del settore del momento. Dando una rapida occhiata ai primi cinque, è difficile non accorgersi che – fra tutti – Fitbit sia l’unico produttore che si dedica esclusivamente alla produzione di activity tracker. Nonostante l’andamento generale del mercato, la sua capacità di rinnovarsi gli ha permesso di rimanere fra gli attori del settore più performanti del 2018.
1. Apple
Il gigante di Cupertino ha saputo giocare bene le sue carte, attirando il massimo dell’attenzione degli utenti con l’introduzione di Apple Watch abilitati alla connettività dati LTE stand alone. A questo si è aggiunto l’inizio di un cambio generazionale “forzato” dei suoi device da polso. Infatti, il nuovo watchOS 5 non é compatibile con la prima generazione di Apple Watch. Va da sé dunque che molti utenti hanno deciso – o decideranno presto – di acquistare un nuovo smartwatch. Ancora una volta, la forza di un buon ecosistema costituisce un’importante vantaggio: difficilmente i clienti in procinto di abbandonare il primo wearable Apple opteranno per un dispositivo con a bordo Wear OS.
2. Xiaomi
Xiaomi è una delle aziende più propensa alla diversificazione del portafoglio prodotti. Dagli smartphone ai sistemi di scarico per WC, passando per frigoriferi, divani, scarpe intelligenti ed – ovviamente – wearable di vario genere. La capacità del marchio di essere presente in molteplici momenti della vita di un consumatore, unitamente all’interessante rapporto qualità/prezzo dei propri prodotti, ha creato intorno a Xiaomi un livello di percezione del brand altissimo. Per questo motivo, al momento di comprare un nuovo wearable i clienti del colosso cinese non hanno grosse difficoltà a fidarsi delle sue proposte.
L’espansione, con ottimi risultati, in Europa e Medio Oriente è un’ulteriore conferma del piano strategico di Xiaomi, che ha deciso di non focalizzare il suo target unicamente in Cina.
3. Fitbit
Come anticipato, il produttore è l’unico ad occuparsi esclusivamente di activity tracker di diverso genere. Dai braccialetti smart senza display a quelli particolarmente simili ad uno smartwatch. Certamente, il calo di domanda all’interno del settore ha colpito l’azienda, che però ha saputo difendersi lanciando una nuova generazione di orologi intelligenti. Fitbit Versa è un ibrido fra smart band e smartwatch, che ha catturato l’attenzione di parecchi utenti contribuendo a risollevare l’andamento delle vendite dell’azienda.
4. Huawei
Huawei ha studiato una strategia vincente, affrontando il mercato con il supporto del suo secondo brand Honor. Una diversificazione di marchi che – a quanto pare – ha dato i suoi frutti anche nel settore dei wearable. La quarta posizione in classifica dell’azienda cinese è dovuta, per più del 50%, ai risultati di vendita ottenuti dal suo secondo brand.
5. Garmin
Garmin è riuscita a rientrare nella top cinque scavalcando Samsung. I suoi buoni risultati derivano da un aumento complessivo delle vendite di wearable. Anche in questo caso, analizzando la struttura della domanda, Garmin ha subito un calo di richieste di smart band di base ed una crescita di quelle relative ad activity tracker più performanti. La disponibilità di prodotti dedicati a settori di nicchia ha certamente contribuito alla crescita di Garmin. Ad esempio, Approach S10 è particolarmente apprezzato perché pensato specificatamente per l’attività del golf.