Mountain View (USA) – Da tempo impegnata nello sviluppo di serveroni Linux capaci di supportare un numero crescente di processori, Silicon Graphics ha ora esteso l’uso del sistema operativo open source ad una nuova linea di sistemi dedicati alle applicazioni grafiche.
Chiamati Prism, i nuovi “visual computer” di SGI supportano fino a 512 processori Itanium 2 e fino a 16 acceleratori grafici basati sulla tecnologia di ATI. L’architettura alla base dei computeroni di SGI, che integra la tecnologia di memoria condivisa NUMAFlex, permette ai Prism di raggiungere le tipiche potenze di calcolo di un supercomputer.
Con i Prism SGI corteggia in modo particolare settori dell’industria quale quello automobilistico, della ricerca petrolifera e della ricerca medica, indirizzando i propri sistemi ad ambiti applicativi come la simulazione dei crash test fra auto, l’analisi grafica di dati sismici o la manipolazione virtuale di molecole.
“Per la prima volta SGI ha preso le sue migliori tecnologie grafiche, prima disponibili solo a pochi, e le ha rese accessibili ad un più vasto bacino di utenti attraverso una piattaforma davvero aperta e abbordabile”, ha affermato SGI in un comunicato.
Il prezzo di un computer Prism parte da 30.000 dollari, all’incirca 10.000 dollari meno del paragonabile modello entry-level della linea di sistemi Onyx: questi ultimi utilizzano la tradizionale e storica piattaforma di SGI basata sul sistema operativo Irix e processori MIPS.
Sarà possibile far girare sui Prism buona parte delle applicazioni scritte per Irix grazie ad un software di virtualizzazione sviluppato dalla società californiana Transitive.
Proprio di recente HP ha annunciato che porterà su Linux alcuni dei suoi tool di sviluppo grafici, fra cui OpenGL Performer e OpenGL Volumizer.
Fra i primi acquirenti di sistemi Prism vi saranno NCSA e la University of California.
SGI è attualmente impegnata nello sviluppo di un supercomputer Altix basato su Linux capace di supportare fino a 1.024 CPU.