“La musica è un dono. Ecco cosa dovrebbe essere, un dono”: parola di Shakira, la più famosa musicista colombiana di sempre, che dice la sua nel dibattito in corso sulla distribuzione dei contenuti. La sua è una posizione morbida, che non vede problema alcuno nel file sharing (anche illegale): una posizione condivisa da altri artisti, uno su tutti lo scrittore brasiliano Paulo Coelho, e che vede invece un fronte opposto formato da colleghi, dalle etichette discografiche e dai detentori dei diritti in generale.
“Mi piace quello che sta accadendo” aggiunge Shakira intervistata dal tabloid Daily Mail , riferendosi al P2P e alla circolazione della musica su canali diversi da quelli tradizionali e ufficiali: “Mi fa sentire più vicina ai fan e a coloro che amano la musica”. In un certo senso, prosegue, il file sharing è “la democratizzazione della musica”: un concetto che probabilmente troverebbe d’accordo i Radiohead e Nine Inch Nails , non altrettanto altri artisti come Lily Allen .
Quest’ultima meno di un mese fa era stata protagonista di una accesa polemica nata con le proposte del Governo britannico che strizzavano l’occhio alla dottrina Sarkozy e al rapporto tra sharer e detentori dei diritti: una polemica sfociata in una pesante battaglia a suon di blog, commenti sugli stessi e accuse reciproche di scorrettezze. Alla fine, dopo aver chiuso il blog, Allen si è definitivamente staccata da tutti i canali di comunicazione online con i suoi fan : ivi compreso Twitter, dove il suo ultimo intervento risalente al 28 settembre recita “Sono una neo-luddista, addio”.
A quanto pare , la decisione di mollare di punto in bianco la tecnologia sarebbe dovuta a una richiesta del fidanzato piuttosto che a un rigurgito delle polemiche settembrine: geloso del tempo dedicato dalla cantante al Web e ai social network, l’ha affrontata e convinta a mettere da parte MacBook, Blackberry e tutto il resto. Secondo quanto da lei stessa dichiarato ai tabloid, si limiterebbe a utilizzare il telefono fisso e un vecchio cellulare: quest’ultimo, comunque, solo all’interno delle mura domestiche.
Tornando a Shakira, il Mail ha sentito un altro paio di colleghe che sostengono (almeno in parte) le tesi dell’artista sudamericana: la statunitense Norah Jones spiega che, in qualunque caso, “se la gente ascolta la mia musica sono felice”. Jones non si spinge fino a urlare steal my album come fatto dai NIN o dai System of a Down, ma ribadisce che “è fantastico che molti giovani che non hanno molti soldi possano ascoltare musica e entrare in contatto con le novità”.
Più pratica la canadese Nelly Furtado : “Se ami la musica, finirai per farla comunque” spiega a chi teme che il file sharing possa far calare gli investimenti delle etichette nello scouting dei giovani. “Troverai un audience, e magari non farai milioni di dollari – spiega la Furtado – ma farai abbastanza da avere una casa, una famiglia e una macchina”. I tempi, insomma, sono cambiati: occorre adeguarsi.
Luca Annunziata