Due giganti della moda a basso costo, Shein e Temu, si trovano al centro di una feroce battaglia legale. La recente denuncia di Shein contro Temu parte col botto, dipingendo il suo rivale come “un’impresa illegale costruita sulla contraffazione, sul furto di segreti commerciali, sulla violazione dei diritti di proprietà intellettuale e sulla frode“. Ma la posta in gioco è alta e Temu, a sua volta, accusa Shein di usare tattiche di intimidazione “in stile mafioso“.
La battaglia legale tra Shein e Temu si accende
Shein va oltre, sostenendo che Temu non sia affatto un vero mercato, ma piuttosto un’entità che controlla ogni aspetto dell’attività dei suoi venditori. Secondo la denuncia, Temu detta quali prodotti possono essere elencati e a quali prezzi, incoraggia i venditori a violare i diritti di proprietà intellettuale altrui e impedisce loro persino di rimuovere i prodotti dal sito web di Temu dopo aver ammesso la violazione. Queste accuse audaci mettono in dubbio la legittimità stessa di Temu come piattaforma di vendita.
Una faida in corso tra giganti della moda a basso costo
La denuncia di Shein è solo l’ultimo capitolo di una disputa legale in corso tra i due rivenditori. In passato, le aziende si sono scambiate accuse, con Temu che ha sostenuto che Shein ha indotto i produttori a tagliare i legami con Temu e Shein che ha affermato che Temu ha incoraggiato gli influencer a fare dichiarazioni false su Shein.
La disputa legale tra Shein e Temu ha implicazioni economiche rilevanti. Secondo quanto affermato da Temu, dopo il loro ingresso nel mercato statunitense nel 2022, il valore di Shein in borsa ha subito un calo superiore ai 30 miliardi di dollari. In altre parole, Temu sostiene che la loro concorrenza abbia causato un impatto negativo sulla valutazione in borsa dell’azienda cinese. Questo spiega perché la posta in gioco è così alta tra le due società.
Shein e Temu: due facce della stessa medaglia?
Mentre Shein punta il dito contro Temu in stile “specchio riflesso”, l’azienda stessa è stata accusata di furto di design e di avere una catena di approvvigionamento poco chiara. Il punto è, che entrambe le aziende sfruttano la stessa scappatoia legale per importare prodotti a basso costo dalla Cina negli Stati Uniti.
Si tratta dell’eccezione “de minimis“, che esenta dai dazi doganali le spedizioni di valore inferiore a 800$ provenienti dalla Cina. Inviando i loro prodotti in pacchetti di dimensioni ridotte e valore limitato, le due aziende riescono ad aggirare i dazi che normalmente gravano sulle importazioni. Per questo riescono a proporre articoli a prezzi estremamente bassi, anche se provenienti dalla Cina.
Shein scrive di Temu: “L’incessante ricerca di prezzi bassi è al centro del suo modello di business e della sua strategia competitiva, ma i suoi prezzi bassi sono ottenuti con qualsiasi mezzo“. Tuttavia, viene da chiedersi se questa descrizione non si applichi anche a Shein stessa.
Un portavoce di Temu ha dichiarato: “L’audacia è incredibile. SHEIN, si è tirata la zappa sui piedi riguardo alle cause legali in materia di proprietà intellettuale, ha la faccia tosta di accusare gli altri per la stessa cattiva condotta per la quale è stata ripetutamente citata in giudizio“.