Shein recentemente ha rivelato di aver individuato due casi di lavoro minorile tra i suoi fornitori nel corso del 2023. La scoperta è stata resa nota nel rapporto sulla sostenibilità dell’azienda, pubblicato la scorsa settimana.
Shein definisce come minori coloro che hanno meno di 15 anni, mentre in Cina è illegale impiegare persone di età inferiore ai 16 anni. L’azienda non ha fornito dettagli specifici riguardo alle fabbriche coinvolte o al numero di minori scoperti.
Misure adottate da Shein e nuove politiche
In seguito alla scoperta delle violazioni, Shein ha prontamente sospeso gli ordini ai produttori coinvolti e ha avviato le necessarie indagini. Secondo la politica aziendale in vigore all’epoca, i fornitori avevano 30 giorni di tempo per risolvere la situazione, rescindendo i contratti con i dipendenti minorenni, assicurando il pagamento degli stipendi arretrati, organizzando visite mediche e facilitando il rimpatrio ai genitori o tutori legali, se necessario.
A partire dall’ottobre 2023, Shein ha adottato misure più severe nei confronti degli appaltatori scoperti a utilizzare il lavoro minorile, prevedendo il loro immediato licenziamento. L’azienda afferma di non aver riscontrato ulteriori casi di lavoro minorile nel quarto trimestre del 2023.
La complessa catena di approvvigionamento di Shein
La struttura dispersa della catena di approvvigionamento di Shein rende più difficile monitorare le condizioni di lavoro e individuare potenziali violazioni. I prodotti venduti sul sito web dell’azienda non sono realizzati tutti sotto lo stesso tetto o da un’unica società, ma provengono da una rete di produttori diversi. Inoltre, Shein gestisce anche un marketplace che vende prodotti di terze parti. Questa complessità ostacola la tracciabilità e il controllo delle pratiche lavorative lungo l’intera filiera produttiva.
Sfide e criticità per Shein
Nonostante gli sforzi di Shein per migliorare le condizioni di lavoro nelle fabbriche, permangono criticità legate allo sfruttamento dei lavoratori. Nel 2022, l’azienda ha annunciato un investimento di 15 milioni di dollari per rinnovare gli impianti produttivi e intensificare i controlli, dopo che un’indagine aveva rivelato che alcuni lavoratori erano soggetti a orari di lavoro disumani. Tuttavia, secondo un recente rapporto del gruppo di difesa dei diritti umani Public Eye, alcuni lavoratori cinesi hanno dichiarato di lavorare fino a 75 ore a settimana, con un solo giorno di riposo al mese.
Mentre Shein cerca di rafforzare la sua presenza negli Stati Uniti e di migliorare la propria immagine pubblica, l’azienda si trova ad affrontare continui controlli sulle sue pratiche commerciali. Secondo alcuni esperti, i piani di quotazione in borsa negli Stati Uniti quest’anno sembrano sempre più improbabili, mentre l’azienda avrebbe recentemente presentato domanda di quotazione a Londra, come riporta il Wall Street Journal.