Le azioni Shopify stanno crollando in questi minuti a seguito di previsioni al ribasso fornite dal CEO Tobi Lütke durante la presentazione dei dati trimestrali. Quelle di Lütke non sono però soltanto indicazioni formali relative ad una possibile parentesi di rallentamento: sembrano indicare qualcosa di più profondo che lascia indispettiti gli investitori ed incoraggia una immediata fuga dal titolo.
Quel che Shopify ha annunciato è un rallentamento inatteso delle attività, motivato non tanto da inflazione e recessione, quanto più da una inversione di marcia rispetto a quanto accaduto durante il Covid. Nonostante molte ricerche abbiano identificato nella pandemia il forte motore per una accelerazione improvvisa della transizione digitale (fonte prima di successo per il mondo e-commerce), secondo Shopify siamo ora di fronte ad una inversione di tendenza e ad un ritorno degli utenti alle abitudini di acquisto tradizionali.
Shopify taglia 1000 risorse
Sulla base di questa lettura, insomma, Shopify spiega il rallentamento previsto per i prossimi mesi. Siccome la scommessa del gruppo era di un consolidamento della crescita e di un miglioramento continuo delle performance della piattaforma, occorre però ora correre ai ripari: sono 1000 i lavoratori tagliati, ossia il 10% della forza lavoro globale del gruppo. Un taglio necessario per abbassare i costi e per rimodulare l’azienda al cospetto di aspettative di crescita che si fanno ben più fragili di quanto non ci si attendesse.
Shopify non è il primo gruppo a fermare le assunzioni e non è sicuramente l’ultimo ad annunciare tagli. Tuttavia è peculiare la chiave di lettura proposta: la crescita consolidata dell’e-commerce non si vede, l’accelerazione vivrà una battuta d’arresto ed i numeri non corrisponderanno a fine anno a quelli delle aspettative.
Quello che stiamo vedendo è che il mix [degli acquisti] sta tornando approssimativamente a dove i dati pre-Covid avrebbero suggerito che sarebbe dovuto essere a questo punto. Ancora in crescita costante, ma non c’è stato un significativo balzo in avanti di 5 anni
Tobi Lütke, CEO Shopify
Insomma: il Covid è stato una parentesi, ma non ha lasciato segni significativi nella domanda di mercato e prima di tornare davvero a crescere occorre scontare il differenziale rispetto ai ritmi registrati in piena pandemia. L’e-commerce non si fermerà, insomma, ma all’accelerazione del Covid corrisponde una frenata che riporta i ritmi alla velocità di crescita antecedente al 2020.
Un problema dovuto alla recessione? Biden nega. Un problema dovuto ad un rallentamento dell’e-commerce? Le ricerche sul rapporto tra vendite online e pandemia suggerisce il contrario. Un problema intrinseco al modello di business di Shopify (che solo nella giornata di ieri annunciava un accordo con Axerve sul fronte dei pagamenti)? Il CEO la vede diversamente.
Sarà il tempo a farsi giudice, ma i licenziamenti sono sentenza immediata per 1000 dipendenti che ora non fanno più parte del difficile presente del gruppo. Le azioni toccano oggi quota 30 dollari, perdendo il 16% fin dai primi minuti dopo la comunicazione trimestrale: valevano più di 150 dollari nello scorso mese di dicembre.