La vicenda aveva scosso la rete e ora la SIAE in una nota alla stampa ha deciso di spiegare il senso del suo intervento in occasione di una festa di solidarietà che vedeva impegnati in canti e musiche 14 bambini di Chernobyl; canti che, spiega la SIAE, richiedono il pagamento di diritti d’autore.
In una nota del direttore generale SIAE per Puglia e Basilicata si legge che “non v’è (..) mai stato un blitz durante la manifestazione proprio per non arrecare alcun fastidio ai ragazzi”. “Nessuno – spiega – si dovrebbe permettere di arrecare il benché minimo disturbo a ragazzi la cui vita è stata segnata da un simile disastro. Oltre ad osservare, invece, il massimo rispetto e, aggiungerei, ammirazione – per la disponibilità e l’amore delle famiglie e degli operatori che li accolgono. In realtà non vi è stato nessun blitz: non vi è stata alcuna interruzione della festa e non è stato redatto, contestato né firmato alcun atto o verbale, proprio nell’intenzione di non arrecare alcun disturbo ai ragazzi che, peraltro, non sono stati assolutamente coinvolti nella questione”.
Ma allora cosa è accaduto? Questa la ricostruzione del direttore: “Il giorno successivo il presidente della Società operaia di mutuo soccorso, associazione ospitante la manifestazione, è stato invitato con una lettera dal mandatario della Siae locale a regolarizzare i compensi per diritti d’autore, che altro non sono che i compensi che la legge attribuisce ai creatori delle opere per il loro lavoro”.
“Capisco – spiega il dirigente SIAE – il fastidio di chi, impegnandosi in un’attività così meritoria come quella dell’accoglienza dei ragazzi di Chernobyl, si senta chiamato in causa per versare i compensi dovuti a questi altri lavoratori (gli autori). Sono però della convinzione che le iniziative vadano portate avanti nel rispetto della legge: quella relativa al diritto di autore non è poi così ottusa rispetto a manifestazioni organizzate a fini di solidarietà, per le quali sono previste apposite riduzioni. Ed è proprio in questa direzione che provvederò personalmente a definire la questione”.
A difesa delle attuali normative sul diritto d’autore, il funzionario SIAE sottolinea anche: “Vero che la legge sul diritto di autore è di epoca fascista, ma è stata emendata, modificata, ricalibrata ai nostri tempi con numerosissimi interventi legislativi; è legge che trae origini dal Codice Civile: i fondamenti del diritto di autore si trovano negli artt. 2565 e seguenti e precisamente nel libro V, quello, per intenderci, dedicato al lavoro; attraverso quelle norme null’altro si fa se non tutelare il lavoro intellettuale di coloro che creano l’opera (gli autori); la funzione istituzionale della Siae è questa: tutelare il lavoro degli autori. La legge prevede esclusioni (ad esempio non è dovuto alcun compenso se fischietto sotto la doccia, oppure se nella scuola si insegna musica, o si fa una rappresentazione nelle carceri per i detenuti o negli ospedali per i malati); la legge prevede riduzioni nel pagamento: come nel nostro caso, quando la manifestazione avvenga a soli fini di solidarietà”.
Un articolo sulla vicenda è stato pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno .