7,68 miliardi di dollari, ovvero appena qualcosa in meno di 6 miliardi di euro: tanto pagherà Intel l’acquisizione di McAfee , arcinota software house produttrice di uno degli antivirus più venduti al mondo (ma non solo), e che presto diventerà una sussidiaria del chipmaker. Entrambe le aziende hanno sede in California, a Santa Clara, e l’attività di McAfee confluirà nel gruppo Software e Servizi di Intel. Il piano prevede ora che l’accordo passi al vaglio degli azionisti McAfee e degli enti di controllo USA.
La mossa di Intel ha colto di sorpresa gli osservatori , sebbene il periodo sia molto propizio per questo tipo di operazioni (la crisi mondiale ha fatto “calare i prezzi” delle aziende): l’idea di un produttore di hardware, anzi di un produttore di CPU (così come viene percepito dai più), che decide di investire una somma considerevole per ampliare il suo comparto software ha dell’insolito. Ma evidentemente il management Intel ha puntato la prua della corazzata verso un obiettivo che al momento sfugge ai più: nelle mire di Intel c’è l’universo mobile del perennemente connesso, ivi compresi smartphone e tablet, con l’obiettivo di realizzare una piattaforma che disponga di caratteristiche tecniche difficilmente pareggiabili dalla concorrenza.
Per una Apple che sceglie il controllo severo sui contenuti che transitano sulla sua piattaforma mobile (iOS e App Store), c’è una Intel che vuole probabilmente tentare di muoversi in un contesto più snello: in luogo di controllo preventivo e rilascio centralizzato dei binari, la futura piattaforma hardware Atom (o come si chiamerà) per smartphone e tablet disporrà di uno strato software in grado di arginare le minacce e garantire la riservatezza dei dati. Acquisire un produttore di antivirus, con tutta la conoscenza dell’argomento e la tecnologia sviluppata in questi anni, garantirà rispetto al know-how necessario per integrare al meglio le due anime: senza contare che, con lo sviluppo in corso di MeeGo, poter “suggerire” a un marchio come McAfee di sviluppare una versione apposita del proprio software non è cosa da poco.
La conferma di questo approccio arriva dalle parole del CEO Paul Otellini , contenute nel comunicato che ha annunciato l’operazione: “Con la rapida espansione del numero di device connessi a Internet, sempre più elementi delle nostre vite si sono spostati online. Se in passato le performance e la connettività hanno definito i requisiti (dei device, ndt), in futuro la sicurezza si unirà come terzo fattore richiesto dagli utenti per tutte le esperienze digitali”. Ovvero: siccome ci si sposta sempre di più verso un paradigma device mobile + cloud , e noi di Intel vogliamo buttarci in questo mercato, pensiamo sia una buona idea dotarci delle tecnologie che crediamo saranno utili in questa transizione .
Per quanto attiene i futuri sviluppi di questa acquisizione collaborazione, il vicepresidente Intel Renée James (che controlla la divisione in cui confluirà McAfee) ha le idee chiare: “Le tecnologie di sicurezza supportate dall’hardware garantiranno le innovazioni necessarie a contrastare efficacemente le minacce di oggi e di domani: questa acquisizione è coerente con la nostra strategia software e servizi, volta a garantire una esperienza fuori dal comune in aree di business in rapida espansione”. Soprattutto, “per ciò che riguarda la mobilità senza fili”. I primi frutti di questa collaborazione si avranno il prossimo anno .
Nel complesso, dunque, appare chiaro che Intel stia mutando leggermente il suo modello di business, ampliando il suo raggio d’azione: in luogo di un componente o di un blocco di componenti, l’intera piattaforma verrà ideata e sviluppata da Santa Clara , in alcuni casi con l’aiuto di partner (vedi il caso MeeGo , con Nokia) e in altri provvedendo a fare shopping o realizzando in casa quello che manca. Se poi questo trasformerà il chipmaker in qualcosa di più è da vedersi: fino a oggi Intel ha sviluppato hardware solo per “creare” nuove branche del mercato in cui successivamente vendere i propri componenti, mutare approccio significherebbe mutare DNA a una azienda che fino a oggi ha fatto proprio del suo focus su un tassello dell’ecosistema la sua arma vincente.
Secondo l’accordo, Intel si avvia a diventare proprietaria unica di McAfee: pagherà 48 dollari per azione per rilevare le quote in mano agli azionisti, ovvero circa il 60 per cento in più del valore del titolo alla chiusura del mercato il giorno mercoledì 18 agosto (valore a Wall Street: 29,93 dollari). Nelle contrattazioni after-hour seguenti l’annuncio, il titolo McAfee è schizzato immediatamente a quota 47,42, ma è indubbio che i fortunati detentori di una quota significativa di azioni beneficeranno di un margine non da poco. La plusvalenza sulla valutazione delle azioni è stata probabilmente dettata dal desiderio di concludere rapidamente , con l’avallo degli azionisti, l’operazione, oltre che in virtù dei buoni risultati economici fatti segnare da McAfee lo scorso anno. Nelle previsioni Intel, l’investimento da 6 miliardi di euro sarà ammortizzato in 24 mesi.
Luca Annunziata