Si era appropriato dei dati di 114mila utenti di iPad con contratto AT&T, aveva trafugato dei dati di fatto pubblici, sgorgati da una falla del sito dell’operatore statunitense: condannato a 41 mesi di prigione, Andrew Auernheimer, noto ai più come Weev, è stato ora dichiarato libero.
I legali che hanno seguito l’hacker nel processo di appello , fra cui quelli di Electronic Frontier Foundation, avevano in primo luogo tentato di scagionare Weev dalla condanna per furto di identità e violazione di sistema informatico formulata sulla base del dibattuto Computer Fraud and Abuse Act ( CFAA ) dimostrando come i dati che l’hacker del gruppo Goatse Security ha consegnato a Gawker fossero di fatto pubblici e non protetti da cifratura, accessibili a chiunque online e ottenuti con un semplice script che sfruttava una falla nell’infrastruttura di AT&T.
È stata però una questione procedurale a scarcerare Auernheimer: Weev è stato processato e condannato nello stato del New Jersey, dove risiedono gli assegnatari di 4500 delle email pubblicate e dove la punizione sarebbe probabilmente stata più aspra, ma al momento della violazione l’hacker agiva in Arkansas, il suo complice Daniel Spitler si trovava in California, mentre i server di AT&T a cui i due hanno attinto erano localizzati in Georgia e in Texas. Il tribunale ammette dunque che “questo appello sollevi un numero di questioni complesse e mai affrontate che sono di grande importanza in questi nostri tempi sempre più interconnessi”, ma la sua condanna è stata annullata perché emessa dalla sede non competente. “Nonostante il progresso tecnologico – ammonisce il tribunale – dobbiamo ricordare che i cybercrimini non si verificano in qualche luogo metafisico che giustifichi il trascurare i limiti imposti dalla Costituzione riguardo alle competenze giurisdizionali”.
Weev ha ottenuto una scarcerazione pressoché immediata , rende noto uno dei suoi legali, Tor Ekeland.
I am going to pick weev up tonight. #freeweev
– Tor Ekeland, P.C. (@TorEkelandPC) April 11, 2014
Non è ancora chiaro , però, se un nuovo processo sarà celebrato altrove, non è chiaro se il CFAA, la stessa norma sulla base di cui era stato accusato il compianto Aaron Swartz , resterà un appiglio per condannare duramente hacker e cracker senza distinzione.
Nonostante il carcere e nonostante un futuro ancora denso di dubbi, Weev non sembra aver perso l’attiutudine troll che da sempre anima le sue gesta online.
Effective screenshot summary of my prison experience pic.twitter.com/YppgDUWwUd
– Andrew Auernheimer (@rabite) April 12, 2014
Gaia Bottà