Sigarette online, dai filtri al contrabbando

Sigarette online, dai filtri al contrabbando

Dopo l'anomalo sequestro del traffico nei confronti di utenti italiani che accedessero a store online di tabacchi, l'accusa di contrabbando per coloro che hanno acquistato
Dopo l'anomalo sequestro del traffico nei confronti di utenti italiani che accedessero a store online di tabacchi, l'accusa di contrabbando per coloro che hanno acquistato

Una notifica che si è abbattuta su 1117 persone: si chiede loro di corrispondere somme che oscillano tra le poche centinaia e i 15mila euro, hanno acquistato tabacchi lavorati all’estero presso uno dei siti su cui lo scorso ottobre erano stati fatti calare dei filtri per ordine del Tribunale di Milano.

K2Smokes.ch , sito svizzero dedicato alla vendita di sigarette, era stato oggetto di sequestro preventivo: per impedire ai cittadini della rete italiani di cedere alla tentazione dell’acquisto di tabacchi lavorati all’estero in quantità superiori a quelle consentite, il Tribunale di Milano aveva imposto ai provider di rendere il sito inaccessibile. I provider avevano malvolentieri dirottato il traffico verso pagine che non consentissero ai netizen italiani se scegliere di commettere un illecito.

Nell’ operazione Web Tabacco , oltre al decreto di sequestro preventivo, le indagini. Alle quali sono seguite le denunce nei confronti di cittadini italiani che avrebbero approfittato dell’offerta del sito per acquistare sigarette dall’estero, sigarette che nella maggior parte dei casi sono giunte a destinazione senza rimanere imbrigliate nei controlli e nei sequestri alla frontiera , nonostante la natura del pacco fosse esplicita. L’accusa che pende nei confronti degli acquirenti è quella di contrabbando : i netizen si stanno organizzando per difendersi in tribunale.

Ancora non sono emersi i dettagli dell’indagine, ancora non è dato sapere come siano stati identificati coloro che hanno acquistato: è possibile che gli inquirenti si siano basati sui dettagli delle carte di credito utilizzate per gli acquisti, è possibile che abbiano attinto ai database che conservano i dettagli degli utenti del servizio, localizzati su server esteri. Certo è che le notifiche hanno investito i netizen che abbiano acquistato sigarette prima dell’ordinanza di sequestro preventivo emessa dal Tribunale di Milano.

Un cittadino italiano che utilizzando i DNS del proprio provider tentasse ora di accedere a K2Smokes verrebbe direzionato verso altri lidi. Se invece utilizzasse servizi perfettamente legali come OpenDNS potrebbe accedere al sito, potrebbe curiosare, potrebbe comprare tabacchi entro le quantità consentite dai regolamenti che vigono in Italia. Senza essere accusato di contrabbando, senza infrangere la legge che disciplina la circolazione delle merci tra gli stati. L’inibizione viene imposta a siti che consentono di violare la legge ma il cui accesso non comporta necessariamente violazioni : lo stesso vale per il sequestro preventivo , poi revocato , richiesto dal Tribunale di Bergamo nei confronti di The Pirate Bay, le stesse problematiche emergono in occasione del recente e anomalo provvedimento con cui il Tribunale di Treviso ha imposto ai provider di dirottare il traffico degli utenti che intendano accedere a un sito cinese che commercerebbe in merce contraffatta.

La legge italiana per ora prevede che solo i siti che offrano al netizen gambling illegale e ospitino materiale pedopornografico si debbano rendere inaccessibili. Ciò nonostante il fatto che, anche in questi casi, accedere a questi siti potrebbe non configurare alcuna violazione della legge. Tecnicamente, il semplice visionare materiale pedopornografico non costituisce reato ( potrebbe , a seconda della consapevolezza o meno, configurarsi il reato di detenzione di materiale pedopornografico qualora le immagini restino memorizzate in cache), il semplice sbirciare i tavoli verdi non approvati dall’AAMS non rappresenta una violazione della legge.

Raggiungere siti il cui accesso è stato inibito con la collaborazione degli ISP potrebbe però costituire una violazione delle disposizioni in materia di violazione dei sigilli qualora le autorità dovessero assimilare i filtri DNS a vincoli fisici, qualora l’inibizione dell’accesso volta a prevenire eventuali reati venisse considerata alla pari di un sequestro fisico.

Gaia Bottà

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
6 lug 2009
Link copiato negli appunti