Tutti parlano di Signal, tutti installano Signal, ma perché? Una domanda che si stanno ponendo in molti, sentendo parlare per la prima volta dell’applicazione. Il servizio, dedicato principalmente alla messaggistica e alle chiamate (anche video) ha preso piede nelle ultime settimane dopo che WhatsApp ha imposto agli utenti l’obbligo di accettare i nuovi termini per non rimanere esclusi, con una modalità almeno inizialmente poco chiara e contestata tra gli altri anche dal Garante Privacy.
Signal, parla il CEO
La prima versione di Signal è stata lanciata nell’ormai lontano 2014, ma solo più di recente l’app è diventata popolare grazie allo sviluppo portato avanti con modalità open source, all’impiego di funzionalità avanzate per la tutela delle informazioni come la crittografia end-to-end e soprattutto per il modello di business adottato che elimina qualsiasi forma di pubblicità o tracciamento: chi vuole può contribuire al progetto con una donazione, ma non viene mai chiesto di mettere mano al portafogli. È disponibile nelle versioni per smartphone, tablet e computer. Così il CEO Brian Acton descrive la crescita registrata nell’ultimo periodo in un’intervista rilasciata a TechCrunch.
Il più piccolo degli eventi ha portato al più grande dei risultati. Siamo anche entusiasti di poter partecipare a discussioni a proposito della privacy online e della sicurezza digitale vedendo le persone passare a Signal come risposta alle domande su questi temi.
Non ci sono numeri diffusi in via ufficiale per comprendere quanti utenti siano passati a Signal nelle ultime settimane, ma un dato su tutti testimonia quanto accaduto: l’applicazione è al primo posto nella classifica dei download su App Store in 40 paesi e su Play Store in 18 paesi. Statistiche rilevate da analisi di terze parti indicano un passaggio da 20 a quasi 30 milioni dal 6 al 10 gennaio.
È una grande opportunità per Signal risplendere e dare alle persone una scelta, un’alternativa. È stato un fuoco lento per tre anni, seguito da un’enorme esplosione. Ora il razzo è partito.
Non si tratta dell’unica alternativa a WhatsApp che sta beneficiando del trend: lo stesso vale per Telegram che martedì ha reso noto di aver accolto oltre 25 milioni di nuovi utenti in sole 72 ore (sono 525 milioni quelli attivi su base mensile).
Una curiosità: Brian Acton non solo è oggi il CEO della Signal Foundation che cura il progetto, ma è stato uno dei co-fondatori di WhatsApp (insieme a Jan Koum). A volte, il destino.