Se c’è qualcosa di cui non c’è nulla da vergognarsi, è scrivere in questo giorno un articolo farcito di link dai quali ci si possa guadagnare qualcosa. Oggi, infatti, è il giorno della dipartita di Silvio Berlusconi, l’ultimo imperatore della repubblica italiana. Della sua storia molto conosciamo, molto non sappiamo e moltissimo possiamo provare semplicemente ad intuire. Ma c’è una cosa che resta irrimediabilmente incisa nella mente sia di chi lo ha amato, sia di chi lo ha odiato, sia di chi semplicemente lo ha votato o rinnegato: il fare impresa, in Italia, è cambiato con il suo arrivo, con la tv commerciale, con le sue barzellette alle convention Fininvest.
E come per anni ha infilato pubblicità in ogni film che ci stava emozionando, ecco che infiliamo un link immediato, di quelli che apprezzerebbe: 272 citazioni a lui dedicate, da lui proferite, utili a tratteggiarne l’enorme personaggio che è stato:
Tutto iniziò con quel “L’Italia è il Paese che amo, qui ho appreso la passione per la libertà“. Un manifesto programmatico che rapidamente divenne religione laica di una maggioranza che voleva sfidare il Comunismo prima (paventato come grande minaccia anche ad anni di distanza dal crollo del muro di Berlino) e “le sinistre” poi. In quei discorsi l’Italia si è specchiata per decenni, dovendone fare i conti nel bene e nel male: oggi, nella sua dipartita, il Paese ancora si trova a ragionare su una situazione che in tutto e per tutto è figlia delle sue decisioni, del suo impatto sulla politica, del suo sottile e profondissimo significato per la società. Editore? Mondadori: opera sua.
Con vero spirito imprenditoriale “alla Berlusconi”, Paolo Guzzanti ha pronto per il 14 giugno 2023 il libro “Silvio. La vera vita di Berlusconi“. Nel titolo c’è tutto: il noir, il giallo, il rosa, il tricolore e le sfumature di grigio. L’uscita avverrà presumibilmente a poche ore dal funerale di mezzo secolo di storia italiana, storia dalla quale nessuno può sentirsi escluso.
I coccodrilli di queste ore giocheranno sul filo della satira, con in mano il taglierino della critica o con nel cuore l’amore per un “popolo delle libertà” destinato a sgretolarsi inesorabilmente ed immediatamente. Qualunque cosa sarà, sarà diversa perché “quando c’era lui” da oggi avrà un nuovo e più moderno significato.
All’elenco dei volumi da non perdere c’è anche quel “Beato lui” di Pierangelo Buttafuoco che uscirà il 27 giugno, altro perfetto slancio berlusconiano verso quei primi piani che portano popolarità (e danaro, ma dirlo è vietato). Quello che si proclamò “L’unto del signore”, del resto, un titolo così lo meritava e l’uscita sincronizzata con i ricordi sarà apprezzata anche dal protagonista del volume.
Per gli abbonati Amazon Prime (qui un mese gratis, ed ecco un’altra pubblicità di quelle che Silvio avrebbe gradito), inoltre, c’è tutta una programmazione da recuperare. Tutti titoli fondamentali, a modo loro essenziali per tentare di dipingere un quadro un pizzico più ampio e complesso di un personaggio tanto multiforme, eclettico ed influente:
Magliette di Silvio Berlusconi? Ci sono. Gadget? Anche. Il libro con tutte le sue migliori barzellette? C’è anche questo. Perché Silvio è stato il più grande venditore, testimonial e prodotto al tempo stesso.
E poi c’è il lato nascosto: quello dei processi mai terminati, quelli rinviati, quelli prescritti, quelli mai attuati. In questo caso si tratta di una storia ancora tutta da scrivere, ma che già ha raccolto migliaia di pagine che oggi perdono di significato immediato, ma che diventano testimonianza storica seduta stante:
- Condannate Berlusconi
- E continuavano a chiamarlo impunità
- Il berlusconismo nella storia d’Italia
- Il cavaliere nero
- Dossier Berlusconi
In questa giornata di lutto, gli si conceda l’onore delle armi sul finale di questo rapido excursus. Non resta che terminare con i colori rossoneri, quelli più splendenti e forse quelli che più hanno forgiato l’immaginario – a cui molto teneva – di imprenditore temerario e rivoluzionario:
L’unto dal signore. Il presidente. Il cavaliere. Il Bunga Bunga. “Il miglior statista” (cit.). L’amico di Putin, Mubarak e Gheddafi. Fininvest. Mediaset. Publitalia. Mondadori. L’agenda rossa. Dell’Utri. Mangano. Galliani. Letta. Confalonieri. Questo e molto, moltissimo altro. La fine di un’era, nel bene e nel male, il cui significato dovrà scriverlo la storia. Ma il cui impatto lo sentiamo sulla pelle tutti, nessuno si senta escluso. Perché la storia siamo noi, e in buona parte in questi decenni l’ha scritta lui.