L’industria degli operatori mobile rappresentata da GSMA ha pubblicato le prime specifiche riguardanti le eSIM, vale a dire le SIM virtuali attivabili da remoto e indipendenti dai piani di connessione dei singoli provider. Il vantaggio dovrebbe essere per tutti, mentre sul fronte degli smartphone ci sarà un secondo round tutto da definire.
Le eSIM, o SIM virtuali, sono state fin qui utilizzate in ambito industriale e su una selezione limitata dei terminali marcati Apple , e nella versione di GSMA si parla di chip non removibili basati su specifiche interoperabili e globali, che hanno il supporto di tutti i colossi di settore e destinati a garantire la connettività mobile a intere nuove categorie di gadget e apparati elettronici.
Oltre all’attivazione da remoto e all’indipendenza dai carrier, la caratteristica peculiare delle eSIM è il fatto di occupare il 90 per cento di spazio fisico in meno rispetto a una SIM standard: maggior spazio a disposizione implica la possibilità di usare batterie più capienti , un’opzione particolarmente ghiotta se applicata a gadget come smartwatch e apparati della Internet delle Cose (IoT).
Non è un caso, a tal proposito, che GSMA citi proprio gli smartwatch, le fascette per il fitness o i tablet fra le applicazioni ideali del nuovo standard, con la IoT e il wearable computing evidentemente in prima linea quando si tratta di aumentare l’autonomia o di stabilire connessioni telematiche a discapito delle piccole dimensioni.
Al momento, le eSIM di GSMA non sono utilizzabili negli smartphone, una categoria di dispositivi a cui verrà dedicata una ulteriore evoluzione della tecnologia; a rimarcare la vocazione “indossabile” delle nuove SIM, la prima azienda tecnologia ad annunciare un prodotto dotato di SIM virtuale è stata Samsung con una versione specifica dello smartwatch Gear S2 con connettività 3G in arrivo nei negozi a marzo.
Alfonso Maruccia