Roma – Con enorme preoccupazione è stata accolta da molti la notizia delle nuove disposizioni varate a Singapore per combattere il terrorismo informatico. Disposizioni che allarmano perché di fatto consentono alle autorità di perseguire come criminale anche chi non abbia ancora compiuto un reato informatico.
Le nuove opzioni a disposizione della polizia di Singapore si devono ad una legge approvata dal Parlamento, denominata “Computer Misuse Act”, che offre all’Esecutivo una enorme quantità di poteri di azione preventiva . In particolare possono essere perseguiti coloro che si ritiene possano minacciare l’integrità delle infrastrutture informatiche e mettere a rischio la sicurezza nazionale, la Difesa, i rapporti internazionali o la fornitura dei servizi essenziali.
Inevitabile che qualcuno ricordi la PreCrimine, la polizia descritta in un lavoro del grande scrittore visionario Philip K. Dick e che Steven Spielberg ha trasformato nel celeberrimo lungometraggio Minority Report . Una polizia impegnata, appunto, a fermare i criminali prima che commettano il fatto.
Oltre all’arresto preventivo, un altro punto chiave del provvedimento varato a Singapore sta nel fatto, come ha sottolineato ad un giornale locale il ministro degli Interni Ho Peng Lee, che la legge non entra nel dettaglio di quello che la polizia governativa può fare con i “cyberterroristi”, e questo perché “nel mondo elettronico i cambiamenti si susseguono con rapidità – ha spiegato Ho Peng – e non sarebbe possibile per il Governo dover attendere il via libera del Parlamento ogni volta che deve modificare le proprie strategie” per combattere il crimine informatico .
Per procedere all’arresto di un potenziale nemico dello Stato la polizia dovrà agire sulla base di sospetti che la legge si limita a definire “credibili”.
Singapore, dunque, viene considerato da poche ore il primo paese nel quale viene attuata una misura da sempre temuta dai sostenitori delle libertà civili , quella che offre alle forze dell’ordine la possibilità di agire in previsione di reato , consentendo l’arresto anche di chi, nei fatti, non ha ancora dimostrato di essere un terrorista informatico .
Una qualche debole critica è giunta da alcuni esponenti del Parlamento riferita soprattutto all’ampiezza del provvedimento. Questo viene però difeso da Ho Peng in modo molto deciso. Secondo il Ministro, infatti, né i deputati né i cittadini rispettosi della legge hanno alcunché da temere ma, anzi, devono dar fiducia alla polizia e contare sulla sua professionalità. Che c’è da temere?