Roma – Dopo la nomina del dicembre scorso, arriva anche la cerimonia ufficiale. Jonathan “Jony” Ive, il designer londinese riconosciuto come uno dei fautori del cambio d’immagine dei prodotti Apple dopo il rientro di Steve Jobs nella seconda metà degli anni Novanta, è stato investito del titolo Knight Commander of the Most Excellent Order of the British Empire (KBE) (Cavaliere Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico) in una cerimonia formale tenutasi ieri a Buckingham Palace.
Per lui si tratta della seconda onorificenza ricevuta dalla Corona: già nel 2005 era stato nominato Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico (CBE). Queste onorificenze vengono conferite dalla Regina Elisabetta II a tutte quelle personalità che abbiano dato lustro al Regno Unito nei più campi della scienza, dell’arte, della cultura e dello sport: fra loro anche due italiani, il calciatore Gianfranco Zola e lo scrittore Beppe Severgnini.
Sir Jonathan Ive, 45enne originario di Chingford (nord-est di Londra), è stato assunto da Apple nel 1992 dopo aver lavorato alcuni anni come designer e grafico commerciale. La sua ascesa è legata al rientro di Steve Jobs in azienda (“è il mio partner spirituale”, pare abbia detto al suo biografo Walter Isaacson), fino all’incarico attuale di Senior Vice President Industrial Design . Tra le sue mani sono passati fra l’altro i primi iMac, iPod, iPhone e iPad.
Il designer ha raccontato al Daily Telegraph che la cerimonia “è stata davvero emozionante. Ho avuto un breve colloquio con la Principessa Anne, le ho raccontato di quanto spesso torni in Gran Bretagna, perché sebbene viva negli USA da più vent’anni sono rimasto sempre legato alla mia patria. Sono fiero di aver portato in alto il nome del Regno Unito per questi meriti: fin dal liceo ho sempre sognato di far qualcosa per il mio paese, non dimentico mai che l’Inghilterra è stata la prima nazione al mondo a puntare sullo sviluppo industriale”.
A chi gli chiede dell’impatto che hanno avuto questi dispositivi sulla società moderna, Ive risponde che “noi di solito non ci poniamo questa domanda, perché non spetta a noi dire se e quanto i nostri prodotti possano influire sulla quotidianità. Piuttosto ci chiediamo ogni giorno quali siano le soluzioni ideali per offrire agli utenti il miglior prodotto possibile”.
Ive si è poi recato in visita all’Apple Store di Covent Garden, passeggiando nel negozio tra l’indifferenza dei clienti, ignari di avere davanti agli occhi il designer di tutti i dispositivi e computer esposti. “Molto meglio così – dice – i clienti devono essere interessanti al prodotto, non a chi lo ha ideato”.
Quando parla del suo lavoro per Apple, Sir Ive usa sempre il termine “noi”. “Certo, perché bisogna sempre sottolineare il grande lavoro di squadra nella produzione dei nostri device. Cerchiamo di sviluppare prodotti che diano l’idea che quella da noi proposta sia l’unica soluzione possibile ai problemi del lavoro e della vita quotidiana. I nostri prodotti sono strumenti, pertanto devono essere semplici, intuitivi, pronti all’uso. I clienti di oggi sono molto più esigenti che in passato: per questo poniamo così tanta cura nella realizzazione. E come ci preoccupiamo dei nostri clienti, così anche per i nostri lavoratori: il miglioramento delle condizioni nei laboratori e nei centri ricerca e il rispetto per l’ambiente sono lì a dimostrarlo”.
E quando gli chiedono quale sarà la prossima sfida da affrontare, “è ciò su cui stiamo lavorando in questo periodo. Ma non posso dire nulla, se non che il bello deve ancora venire”.
Cristiano Vaccarella