Non è ancora disponibile per la lingua italiana, quindi in Italia rappresenta ancora una novità limitata, ma l’ assistente vocale di iPhone 4S sta provocando tanta curiosità e entusiasmo nei paesi anglofoni che fanno notizia anche le storie sulle sue origini e le curiosità: e così Dag Kittlau e Jon Briggs, due nomi che fino ad oggi non evocavano nulla di particolare, sono saliti alla ribalta.
Siri è diventato fonte di ilarità (diversi i siti che giocano con le sue sortite), ma anche un serio strumento che gli utenti del Melafonino stanno imparando a sfruttare al meglio: a consacrarlo, in effetti, è stato Google stessa, che l’ha elevato a prova della bontà della concorrenza e attenuante rispetto a un suo eventuale monopolio del settore.
Così, mentre Apple nega la volontà di portare il “maggiordomo digitale” su dispositivi più vecchi per il diverso funzionamento dei sensori di prossimità , alla scoperta giorno dopo giorno degli utenti di iPhone 4S, si accompagnano le nuove curiosità e notizie create intorno alla tecnologia: provenienti in gran parte dall’ ultima intervista rilasciata da Dag Kittlaus, 34enne norvegese fondatore della startup Siri, azienda acquisita per 200milioni da Apple per aggiungere la nuova funzione in iPhone 4S,
Innanzitutto il nome: nonostante secondo alcune indiscrezioni venisse da una collega di Kittlaus, la meteorologa e donna d’affari Siri Kalving, il fondatore spiega ora che in norvegese Siri significa “bella vittoria”. Inoltre, per quanto riguarda il futuro della promettente tecnologia, l’intervista sembra indirizzare i suoi prossimi sviluppi verso la nuova Apple TV attesa entro il 2013.
Per sapere altro su Siri, poi, bisogna chiedere a Jon Briggs, ex giornalista ICT che sei anni fa ha prestato la sua voce a “Daniel”, assistente virtuale di Scansoft, che poi si è fusa con Nuance, l’azienda che ha lavorato con Apple per sviluppare Siri.
Secondo quanto afferma adesso , infatti, sua è la voce dell’assistente di iPhone 4S.
Apple l’ aveva contattato chiedendogli riservatezza, ma dal momento che tra Briggs e Cupertino non vi sono rapporti contrattuali, l’uomo ha deciso di far sentire la sue voce.
L’unico rapporto lavorativo di Briggs, infatti, era con Scansoft, con cui aveva collaborato ad un servizio text-to-speech per il quale aveva dato voce a cinque mila frasi nell’arco di tre settimane . Frasi che sono poi state spezzettate e rimodulate in modo tale da permettere al servizio di Scansoft la maggiore variabilità possibile.
Anche se vi sono diritti di proprietà intellettuale applicabili ai doppiatori, il lavoro effettuato sulla sua voce ha dato vita a frasi che Briggs in effetti non aveva pronunciato e sembra non potersi applicare dunque alcuna forma di licenza legata esclusivamente al concetto di “voce”: d’altronde il servizio offerto a Scansoft è già stato pagato, e su questo tipo di servizio ha già fondato un lavoro, essendo anche la voce dei navigatori Garmin, TomTom, Jaguar, Land Rover, Audi e Porsche.
Briggs, d’altronde, è anche contento di far parte di una tecnologia che sembra poter cambiare il panorama tecnologico: oltre alle dichiarazioni di stima di Google, anche Amazon sembra ora dimostrare interesse per la tecnologia. In particolare ha acquisito , attraverso la sua sussidiaria Dion Acquisition Sub , la startup che si occupa di conversione di testo in parole Yap.
Claudio Tamburrino