Quattro anni di schermaglie, il confronto in tribunale sarebbe stato ormai vicino: Apple, opposta a Dynamic Advances, licenziataria di un brevetto relativo ad inferfacce vocali, ha scelto la strada dell’accordo. Pagherà 24,9 milioni di dollari per archiviare le ostilità in corso, e ottenere la possibilità di continuare ad offrire indisturbata le funzioni di Siri ai propri utenti.
Dynamic Advances aveva ottenuto in licenza dal Rensselaer Polytechnic Institute un brevetto del 2007 che descrive un “metodo per processare degli input immessi in linguaggio naturale” e che prevede un’interazione vocale con l’utente: l’azienda, che appare essere una semplice entità che si fa carico di mettere a frutto i brevetti altrui, faceva ricferimento al titolo come un punto di riferimento per numerosi sistemi incentrati su assistenti vocali. Apple stessa, sosteneva Dynamic Advances nella propria denuncia, aveva citato il brevetto in alcuni dei documenti depositati presso l’US Patent Office, ma non aveva mai chiesto e ottenuto la licenza di impiegare per Siri la proprietà intellettuale che delinea.
Cupertino, dopo anni, ma poco prima della discussione del caso in programma presso un tribunale di New York, ha accettato di pagare 24,9 milioni di dollari: 5 milioni verranno versati non appena il tribunale archivierà ufficialmente la causa, mentre il pagamento degli altri 19,9 sarà soggetto a condizioni. Apple pagherà la parte restante nel momento in cui Dynamic Advances risolverà a sua volta il contenzioso in corso con Rensselaer Polytechnic Institute, che rivendica più del 50 per cento delle royalty che l’azienda sarebbe disposta a versare. In alternativa verserà i 19,9 milioni nel momento in cui il giudica disporrà l’archiviazione del proprio caso senza che ci sia possibilità di riaprirlo, così da scongiurare la possibilità che uno dei contendenti si rifaccia avanti.
Con il pagamento, Apple si aggiudica la licenza per l’uso della tecnologia descritta nel brevetto oggetto del contendere e si assicura che Dynamic Advances non sporga denuncia per i prossimi tre anni.
Gaia Bottà