La recrudescenza delle proteste e delle violenze coincide con l’interruzione pressoché totale delle connessioni in Siria. Secondo fonti accreditate, quasi due terzi dei network digitali del paese mediorientale sarebbero finiti offline qualche giorno fa e poi parzialmente ripristinati.
Secondo quanto riportato sul blog di Renesys , nel corso di circa un’ora e mezza 40 dei 59 network locali sono stati isolati . Nella giornata di sabato lo stato delle connessioni si è avviato verso la normalità secondo il report di Google Transparency , per il quale il traffico sarebbe ritornato ai livelli precedenti al blackout .
Al Jazeera ha confermato l’interruzione delle connessioni addebitandola all’ inasprimento delle proteste da parte dei dissidenti e alla conseguente reazione del regime di Bashar al-Assad, il quale avrebbe allargato le maglie della censura procedendo al blocco sistematico di Internet così come accaduto in Egitto , Tunisia e Libia .
Il controllo integrale della Rete in Siria è reso possibile dalla presenza di un unico provider controllato dallo Stato, Syrian Telecom Establishment , che acquista la maggior parte della banda da Turk Telekom e Deutsche Telekom . Altri provider presenti nel paese, che forniscono connettività 3G e 3.5G, possono operare solo con l’autorizzazione delle autorità governative.
Nel frattempo , un attacco di tipo DDoS nei confronti di alcuni siti siriani è stato compiuto da parte di Anonymous. Al momento, escludendo il sito dell’ambasciata siriana in Francia, non è ancora chiaro con esattezza quali siano stati i bersagli presi di mira.
Cristina Sciannamblo