Considerata uno dei nemici di Internet , la Siria torna a far parlare dei suoi filtri per la censura di stato . Il firewall governativo ha ora messo fuorigioco una decina di siti che si battono per i diritti civili o blog che ospitavano articoli troppo generosi verso i valori democratici.
Come riporta Agence France-Press tra i siti bloccati vi sono anche quelli di organizzazioni giornalistiche che hanno sede in Arabia Saudita e in Libano. In Siria, d’altro canto, i siti bloccati sono davvero numerosi, conseguenza dei timori pubblicamente espressi dal dittatore presidente el-Assad, che ritiene la grande rete internazionale uno strumento capace di distruggere la società siriana.
Xiamen contro l’aggregazione telematica
Non che Damasco sia la sola a farsi sentire in queste ore: Reuters rende noto che le autorità cinesi della città di Xiamen, messe in minoranza da SMS e Internet in una mobilitazione popolare contro la creazione di un impianto chimico, hanno deciso di restituire pan per focaccia .
Onde evitare nuovi smart mobs , le nuove regole obbligano i frequentatori dei siti web locali a registrarsi con il proprio nome e cognome nei forum nei quali esprimono le proprie opinioni. Non solo: ogni post sarà valutato prima della sua pubblicazione e qualsiasi post inaccettabile verrà bloccato. Un funzionario ha spiegato che “coloro che diffonderanno informazioni false o dannose saranno arrestati o multati”.
Pirate Bay, accuse di pedoporno
Diverse invece le motivazioni che hanno portato negli ultimi due giorni una ventata di censura anche in Svezia. Pressato da anni della major, il Governo svedese sta tentando di colpire ThePirateBay.org attribuendogli uno status di sito pornopedofilo , e invitando i provider del paese ad impedire che i propri utenti abbiano accesso a quelle pagine. Un’offensiva che ha scatenato il Partito dei pirati locali, che ha denunciato l’apparizione di una pagina di blocco sui computer di molti utenti svedesi che, nel tentare di accedere al sito della Baia, si sono visti annunciare la presenza di un sito pedopornografico.
Una situazione intollerabile, secondo il PiratPartiet , vista anche la policy stringente della Baia contro questo genere di contenuti. Ma è un’offensiva che anche su queste pagine era stata ampiamente prevista quando i promotori del sito, in nome della libertà di espressione, avevano annunciato l’intenzione di ospitare un forum sulla pedofilia.
A raccontare la vicenda in un post sul suo blog ufficiale è proprio la Baia, che per bocca di Brokep spiega come questi filtri antipedofilia in Svezia siano in realtà proposti dal Governo, e ai provider sta decidere se accettarli o meno. Nel suo post Brokep spiega anche che la Baia è già stata filtrata ingiustamente in questo stesso modo in passato e sempre dallo stesso ufficio di polizia che ha agito anche nelle scorse ore. Il problema? Secondo la polizia la settimana prossima si deciderà se attivare un blocco ad alzo zero contro la Baia qualora “quei contenuti rimangano disponibili online”, ma Brokep, che spiega in lungo e in largo come quei materiali vengono distrutti quando mai si presentino sul network di Pirate Bay, chiude il suo post chiedendosi quali siano i contenuti di cui parlano. Una domanda a cui non solo lui, evidentemente, vorrebbe avere una risposta. Sia come sia, al momento The Pirate Bay è raggiungibile non solo da tutto il Mondo ma anche dai computer degli utenti svedesi.