La versione pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile scorso del cosiddetto Decreto Ambiente porta in dote la riformulazione del complesso e discusso Sistri: il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti nella sua versione 2014 elimina l’obbligo per alcune categorie di aziende, semplifica le procedure di gestione della filiera, ma rimanda a data futura alcune delle semplificazioni promesse .
Fuori dal perimetro del Sistri finiscono le aziende con meno di 10 dipendenti appartenenti ad esempio alle categorie agricole (che hanno fatto sapere di essere soddisfatte di questa esenzione), pesca, scavo, costruzione e demolizione. Restano invece legati agli obblighi coloro i quali contano più di 10 dipendenti nel proprio libro paga. Chi, pur essendo oggetto di questa nuova deroga, decidesse di aderire comunque a Sistri dovrà rispettare gli stessi adempimenti previsti per tutti gli altri, scadenze comprese: le stesse sono fissate al 30 giugno 2014 per completare tutti gli adempimenti di iscrizione e saldo pagamenti dovuti, con le procedure che inizieranno il prossimo 15 maggio.
Altra novità è relativa alla documentazione richiesta per lo stoccaggio temporaneo: la semplice sosta tecnica, ad esempio in un porto o interporto, non richiederà più tracciabilità totale, purché tale sosta non superi i 30 giorni. Nel caso in cui si superi tale limite, scatteranno una serie di obblighi di comunicazione al produttore da parte del trasportatore, a prescindere da quale sia la causa che ha generato il ritardo. Norme specifiche sono previste per la Regione Campania , che “gode” di un regime speciale a causa dei problemi peculiari che l’affliggono.
Non mancano, anche in questa circostanza, alcune voci critiche e alcuni dubbi sull’applicabilità e sulla praticabilità del nuovo Sistri 2014. Il decreto rimanda a documenti successivi l’eventuale semplificazione ulteriore del processo, in attesa dei risultati di alcuni tavoli tecnici avviati in sede ministeriale.
Luca Annunziata