New York – Lo United States Patent and Trademark Office ha appena registrato un brevetto della statunitense RightDot che prende di punta i “siti civetta”.
Definito quale “sistema informatico e metodo per registrare i siti web e per mostrare, nei risultati delle ricerche, elementi identificativi”, si propone a tutti gli effetti come una tecnologia di analisi online.
I motori di ricerca e altri servizi, commenta SearchEngineWatch , potrebbero finalmente distinguere con precisione i siti ufficiali da quelli che non lo sono, rilevando caratteristiche grafiche, audio e descrittive, magari integrate nel codice . Una soluzione di questo genere non solo migliorerebbe il rapporto di rilevanza dei risultati delle ricerche, ma soprattutto proteggerebbe gli interessi di chi genera contenuti.
In dettaglio, il brevetto indica un sistema di “identificazione e validazione dei risultati”, nonché di “etichettatura”. Sfruttando una serie di metodi analitici si potrebbero identificare i siti, e allo stesso tempo confermarne l’identità nei risultati delle ricerche.
“I motori di ricerca non riescono a fornire agli utenti un sistema valido che permetta di verificare che ciò che stanno cercando corrisponde al risultato delle ricerche”, ha dichiarato James Grossman, inventore della soluzione RightDot. “Oltre che indicare chiaramente i siti ufficiali, RightDot permette di effettuare ricerche efficienti, veloci e verificabili, fornendo nuovi strumenti che migliorano l’esperienza utente, consumer e business”.
Uno degli elementi chiave della piattaforma è rappresentato dalla possibilità di registrare gli elementi di un sito – grafici, audio, video – per ufficializzarne la legittimità . Una sorta di impronta digitale che permetterà poi una veloce e corretta rilevazione nelle ricerche online. Fra i tratti identificativi, al momento, sono stati inclusi: le decorazioni, i colori, i simboli, link, tipologia di carattere, layout grafico, loghi etc.
Dario d’Elia