Roma – Chi trova un interesse nel far uso del sito RAI se ne sarà accorto: il portalone utilizza tecnologie di presentazione dei contenuti che possono risultare indigeste ai browser non mainstream e ancora di più a chi utilizza tecnologie alternative di supporto alla navigazione, come i disabili. Per questo è partita da qualche giorno una petizione online di protesta animata da quelli di Screentiful , sito che se la prende anche con altri obiettivi, come il progetto Palladium di Microsoft.
I sostenitori della petizione affermano che, poiché gli utilizzatori del portale sono anche tra coloro che pagano il canone radiotelevisivo, la RAI non può evitare di fare i conti con i criteri dell’accessibilità web, cioè con i parametri tecnologici che rendono un sito accessibile agli strumenti di cui sopra.
“Come servizio pubblico – scrivono a Punto Informatico gli organizzatori della petizione – sono tenuti a darlo, questo servizio, a tutti: a chi è disabile, a chi usa Linux, a chi non ha i plug-in Flash installati, ecc”.
La petizione, raggiungibile qui , cita anche la normativa che secondo i suoi proponenti dovrebbe spingere la RAI a modificare il proprio sito o almeno a vararne una versione accessibile, come peraltro già fatto da numerosi soggetti le cui attività sono di interesse pubblico.