Roma – C’è fermento in rete sui gruppi dedicati alla televisione satellitare e nelle numerose email che continuano ad arrivare in redazione sull’argomento. A far discutere sono alcune mosse con cui Sky Italia sta consolidando il proprio business, con un occhio sulla sempiterna battaglia alle card pirata e l’altro al controllo del settore. Operazioni che secondo qualcuno rischiano di travolgere un certo numero di abbonati, di emittenti e di produttori di tecnologie alternative.
Dai primi di maggio, Sky ha iniziato a transitare i propri abbonati dallo standard di codifica SECA II a quello NDS e dal 13 giugno l’azienda cesserà la commercializzazione di abbonamenti con codifica SECA II. Con questa operazione Sky abbandona il sistema adottato da Tele+ e intende rendere la vita più difficile alla pirateria delle card clonate. L’abolizione del SECA II sarà poi definitiva a fine anno, quando Sky, come annunciato, cesserà di trasmettere con quel sistema di codifica. Se per una parte degli abbonati Sky la transizione verso NDS è pressoché indolore, in quanto avviene via software, una notevole quantità di utenti che dispone di un decoder SECA II, invece, si vedrà recapitare da Sky un decoder in comodato gratuito con codifica NDS senza costi aggiuntivi ( qui alcune FAQ sull’argomento).
Un’operazione senza conseguenze? “Peccato che nessuno e ripeto nessuno – scrive Giovanni a Punto Informatico – si accorga che la transizione farà sì che nessun produttore di decoder oltre a Sky potrà vendere in Italia un suo prodotto”. Ciò significa, sottolineano gli utenti, che le caratteristiche di certi decoder, come quelli dotati di cams che ne consentivano l’espansione, non saranno più disponibili a meno che Sky non decida di rendere disponibili certe funzionalità.
Nei fatti, dunque, Sky blinda la tecnologia . Ma blinda anche i canali . Come si può leggere a partire da GuerraSky , una pagina di protesta messa su da quelli di un canale “oscurato”, Superpippa Channel . La vicenda di questo canale, a cui fa eco quella molto simile di Play Tv , è emblematica, secondo molti, perché testimonia la facilità con cui un’emittente può essere buttata fuori dai canali veicolati da Sky senza che l’azienda debba fornire alcun genere di spiegazione formale per la cancellazione improvvisa di un canale dalla programmazione.
“A questo punto – scrive Superpippa – non ci resta che prendere atto della scelta di SKY Italia srl di porre in essere una condotta in contrasto con le determinazioni degli organismi competenti ( A.G.COM ), gli unici a poter vigilare sul mercato televisivo ed a poter eventualmente condannare come extrema ratio, un canale all’oscuramento”.
La questione è evidentemente tutt’altro che secondaria. La singolare posizione sul mercato di Sky è infatti regolata da decisioni europee ed italiane che sono pensate proprio per impedire il consolidarsi di un monopolio soffocante e dunque a tutela la libertà di mercato in uno spazio, quello satellitare, in cui la concorrenza è pressoché inesistente. Nei canali predefiniti Sky, dunque, devono essere incluse tutte le emittenti che ne facciano richiesta. E questo perché, come sottolineano quelli di Superpippa, “essere fuori dalla Lista Sky significa essere invisibili e quindi condannati a morte certa”. Da qui la richiesta di spiegazioni per l’oscuramento.