Ottobre 2009 . Il broadcaster britannico BSkyB – di proprietà del magnate di origini australiane Rupert Murdoch – annunciava l’imminente sbarco online di una nuova piattaforma per la distribuzione legale di musica. Con circa 4 milioni di brani disponibili e accordi con le grandi sorelle del disco, Sky Songs avrebbe iniziato la sua caccia a ben più affermati negozi web come iTunes e Spotify.
Dicembre 2010 . Dopo poco più di un anno di vita, i vertici di BSkyB hanno tristemente annunciato la prossima chiusura della piattaforma Sky Songs. Al servizio musicale online verrà così staccata la spina dopo la prima settimana di febbraio . Tutti gli utenti potranno conservare i propri download, con la possibilità di accedere gratuitamente – almeno fino alla chiusura ufficiale – alla piattaforma britannica.
“Abbiamo preso la difficile decisione di chiudere Sky Songs – ha spiegato un portavoce di BSkyB – Siamo tuttavia molto orgogliosi del servizio realizzato e dell’esperienza che ha offerto ai suoi utenti. Solo non abbiamo rilevato da parte dei consumatori la domanda attesa. Come dimostrato da Sky Songs, siamo un’azienda che rischia e punta all’innovazione, ma allo stesso tempo pragmatica, che agisce con decisione laddove un investimento non funzioni”.
Pare che gli utenti registrati a Sky Songs nel corso di un intero anno siano stati contati in sole 10mila unità . Solo una piccola frazione dei 100 milioni di utenti finora registratisi a Shazam , l’ormai popolare piattaforma mobile per il riconoscimento dei brani. Negli ultimi sei mesi del 2010 le nuove registrazioni al servizio sarebbero ammontate a 25 milioni in circa 200 paesi del mondo.
Mauro Vecchio