Durante la presentazione di Sky Wifi, l’amministratore delegato di Sky Italia, Maximo Ibarra, si è detto certo di una cosa: poco alla volta, ma molto rapidamente, l’utenza siglerà contratti Sky fruendo dell’offerta su fibra e rinunciando al classico collegamento satellitare. Il che sarà una rivoluzione silente come quella che è stata vissuta dagli anni ’90 in poi quando la tv satellitare ha iniziato ad arrivare in Italia e le parabole hanno iniziato a spuntare ovunque.
Quelle antenne spariranno. E con loro sparirà forse un periodo intero e tutto quel che ha rappresentato per il mercato italiano: è venuta l’era della fibra e Sky potrebbe esserne protagonista sia come fine (in virtù dei contenuti offerti) che come mezzo (in virtù della nuova offerta annunciata). La sostituzione è iniziata, ineludibile, incontrovertibile: tetto dopo tetto, balcone dopo balcone, FTTH dopo FTTH.
Arriva la fibra, la porta Sky
I tempi non saranno dettati da Sky, ma Sky premerà sicuramente sull’acceleratore. I tempi sono quelli della copertura del paese, sono quelli della riduzione del digital divide nelle aree bianche, sono quelli degli investimenti di Open Fiber sul territorio. I tempi sono quelli del ritardo cronico dell’Italia del broadband, che ora corre in modo scomposto e poco coordinato per cercare di creare una base d’utenza appetibile per chiunque voglia investire sulla fibra. Mentre la politica deciderà cosa fare dell’ipotetica “One Network” (che lo stesso Ibarra teorizza durante il proprio discorso), le aziende hanno il dovere di investire, vendere, monetizzare e crescere.
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Il passo che farà Sky è quello di un’offerta di connettività tale da poter veicolare quei contenuti che fino ad ora erano stati portati nelle case attraverso le antenne satellitari. I tecnici scendano dai tetti, laddove possibile: dai panorami di quartiere si cancelli la vista delle parabole, perché non serviranno più. Laddove c’è la fibra, infatti, arriverà Sky Wifi ed i contenuti passeranno da lì. Non è una questione di scelta personale: l’opzione fibra sarà più efficiente, meno onerosa, più performante, più ricca, “tutta un’altra casa“. L’antenna parabolica è il passato, semplicemente: rimarrà laddove la fibra non è ancora arrivata, come una sorta di bandiera di SOS che dai balconi sventolerà in appello alle autorità e alle telco.
Grazie alla fibra si avranno probabilmente format più ricchi, maggior interattività, forse anche una qualità di immagine superiore (ci si sta lavorando su). Non si tratta solo di un’evoluzione dello strumento, insomma, ma della stessa Sky: Sky Q sarà in nuovo standard a breve, insomma, come una nuova normalità della quale abbiamo sentito per la prima volta vera necessità nel momento in cui il lockdown ci ha chiusi in casa. Quando il consumo di banda si fa esigente, quando gli streaming si sommano e le esigenze si fanno impellenti, avere una rete all’altezza diventa questione di Benessere Interno Lordo nell’ecosistema domestico. La fibra fa in modo che la risorsa scarsa per eccellenza – la connettività – possa fluire in abbondanza e con rivoli intelligenti verso chi ne ha maggior esigenza: Sky Wifi è la risposta a questa situazione e Sky Wifi Hub è l’elemento di arredo che entra nelle case sfilando via i cavi di rete e i padelloni sui balconi.
Un cambio epocale, del quale Sky Italia si fa protagonista per esigenza e per ambizione: i tempi saranno dettati dai passi che Open Fiber sarà in grado di muovere, ma sicuramente la novità di oggi non può che essere benzina gettata sul fuoco. Dopo l’estate poco più di 100 città italiane saranno coperte, mentre tutto il resto del Paese si chiederà “e perché noi no?“. Citofonare Open Fiber: la Sky Ultra Network viaggia sulla loro fibra, cabinet dopo cabinet, fino a casa tua.