Dopo l’ hardware , a Skynet mancava un software che fosse in grado di fare a meno degli esseri umani. Quel software ora c’è, o almeno c’è qualcosa che gli si avvicina molto: nato originariamente dallo sforzo a codice aperto del professor Mark Burgess della University of Oslo, Cfengine è un sistema di “configuration management” in grado di tenere sotto controllo un gran mucchio di PC interconnessi, configurandoli e riparandone i problemi in maniera del tutto automatizzata .
Burgess lavora su Cfengine sin dal 1993, e ha recentemente fondato la società privata Cfengine AS per far fronte al successo dell’engine tra le aziende dell’information technology che si trovano a gestire sistemi complessi, su cui la manutenzione può rivelarsi il classico “pain in the ass” di anglosassone tradizione.
Cfengine AS ha recentemente distribuito una nuova major release , Cfengine 3.0.0, e le misure del suo successo sono date da “probabilmente un milione di installazioni già presenti in tutto il mondo”, dice il CEO della società Thomas Ryd. La nuova versione “avrà un grande impatto nel migliorare le operazioni in alcuni tra i più grandi data center del mondo”, dice Ryd.
Tra le caratteristiche proprie di Cfengine 3.0.0 viene citata l’integrazione con una knowledge base basata su topic maps standard ISO per una semplicità ancora maggiore nella gestione delle procedure di management e auto-riparazione dei sistemi distribuiti tenuti sotto controllo dall’engine.
Nato come reazione alla complessità del linguaggio di scripting della storica shell Unix, Cfengine è oggi un sistema portabile e multi-compatibile in grado di gestire, analizzare e riparare sistemi operativi eterogenei fra loro, inclusi Windows, le distro Linux-powered, Solaris, AIX e HPUX. Per il DOS di Robocop e il firmware di un T-800 a caso bisognerà però attendere ancora almeno qualche anno.
Alfonso Maruccia