Nel fine settimana sul profilo ufficiale Twitter di Skype è comparso un post che concentra l’attenzione sul rispetto della privacy e sul fatto che il servizio non cede i dati personali a soggetti esterni. Nulla di strano, se non fosse che considerata la tempistica ci risulta impossibile non collegare la pubblicazione a quanto sta avvenendo sul fronte WhatsApp.
Delusi da WhatsApp? Microsoft propone Skype
Da qualche giorno gli utenti dell’applicazione vedono comparire un messaggio che li invita ad accettare nuovi termini di servizio e le modifiche apportate all’informativa sulla privacy, comunicando le variazioni in modo poco comprensibile. Si tratta di fatto di un obbligo: l’alternativa consiste nell’eliminare l’account. Molti hanno storto il naso, qualcuno ha già iniziato la migrazione verso altre app, tanto da costringere Facebook a intervenire con un chiarimento che però non ha del tutto convinto. Ecco quanto si legge nel post di Skype.
Skype rispetta la tua privacy. Siamo impegnati per mantenere i tuoi dati personali privati e non li vendiamo alle terze parti.
Skype respects your privacy. We are committed to keeping your personal data private and do not sell to 3rd parties: https://t.co/FLGwMmSNHv pic.twitter.com/dupbfejr7m
— Skype (@Skype) January 8, 2021
Sebbene Microsoft non abbia citato WhatsApp in modo diretto ed esplicito è davvero difficile pensare a una coincidenza, anche considerando che il profilo era prima inattivo dal 20 ottobre scorso.
Per completezza d’informazione riportiamo che all’inizio del 2020 si è venuti a conoscenza di pratiche attuate dal gruppo di Redmond non esattamente trasparenti in tema di privacy: per anni le conversazioni di Skype, così come i comandi vocali impartiti all’assistente virtuale Cortana, sono state ascoltate e analizzate da collaboratori localizzati in Cina al fine di migliorare gli algoritmi delegati alla trascrizione, senza però renderlo noto agli utenti seppur in forma anonima. L’attività è stata interrotta.