Il futuro di Skype è senza plugin , senza P2P e senza supporto per i sistemi operativi meno recenti, almeno stando a quanto ha anticipato Microsoft parlando di una fase di transizione che porterà vantaggi per tutti e un cambiamento “dell’anima” della piattaforma che ha reso popolare il VoIP prima di finire nelle mani di Redmond.
Il nuovo Skype sarà un servizio centralizzato , interamente gestito sulla piattaforma cloud di Azure, ha spiegato Microsoft , con tanti saluti alle comunicazioni peer-to-peer che hanno sempre caratterizzato il software di comunicazione. Grazie al cloud, dice ancora Microsoft, la qualità delle chiamate dovrebbe migliorare in maniera sensibile su tutti i dispositivi supportati.
La “centralizzazione” di Skype permetterà naturalmente agli sviluppatori di integrare in maniera immediata le funzionalità più recenti, e l’approccio cloud garantirà al servizio il supporto completo e ottimizzato dei gadget mobile come vuole il mantra del CEO Satya Nadella (“cloud first, mobile first”).
Il passaggio dal P2P al cloud avrà però lo svantaggio di tagliare fuori i sistemi operativi meno recenti , con Microsoft impegnata a garantire il supporto dei vecchi programmi “client” solo su Windows (da XP in poi), OS X Yosemite su Mac, iOS 8 e Android dalla 4.03 in su.
Per il futuro, il focus dello sviluppo si sposterà in ogni caso sulla “app” UWP accessibile sui dispositivi e PC Windows 10, le app per iPhone e i terminali Android e la versione Web-nativa di Skype disponibile su OS Windows.
Una problematica che Microsoft non affronta è infine quella della privacy , perché le comunicazioni centralizzate del nuovo servizio cloud sono potenzialmente controllabili – e quindi intercettabili – dalla corporation su mandato delle forze dell’ordine. Nel caso bisognerà fidarsi di Redmond e sperare.
Alfonso Maruccia