Dopo il lancio da parte di Vodafone , avvenuto a dicembre, dei nuovi piani dati che relegano la possibilità di accedere ai servizi di VoIP all’abbonamento di fascia (e prezzo) più alto, e la relativa coda polemica riesplosa in questi giorni, non si è fatta attendere la risposta di Skype.
Secondo il servizio VoIP, e molti osservatori, in ballo ci sarebbe il principio della net neutrality: “Skype è fermamente convinta che dovrebbero essere gli utenti di Internet – e nessun altro – a scegliere cosa fare online”, ha commentato Jean-Jacques Sahel, dirigente di Skype.
“Alcuni operatori di telefonia mobile in diversi paesi europei – spiega Skype – hanno messo in atto in modo arbitrario restrizioni contrattuali, tecniche o finanziarie che limitano quello che gli utenti finali e gli innovatori possono fare online”.
Non si tratterebbe poi solo di una questione filosofica attinente in generale alla libertà e alle scelte lasciate ai consumatori, ma chiamerebbe in causa anche la normativa che sta per entrare in vigore : “In base alla nuova normativa dell’Unione Europea sulle telecomunicazioni, il cui recepimento nelle leggi nazionali è previsto entro maggio 2011, le autorità devono proteggere le libertà di rete , compresa la possibilità per gli utenti finali di accedere ed utilizzare le applicazioni, i contenuti e i servizi a loro scelta su Internet”.
Con la nuova decisione, invece, Vodafone costringerebbe gli utenti a sborsare cifre aggiuntive per accedere a determinati servizi e ritagliandosi la possibilità di regolamentare i pacchetti dati in maniera diverso, a seconda della loro natura e della tariffa dell’utente.
Vodafone, da parte sua, ha risposto che “la priorità per la nostra azienda è la trasparenza: offriamo tariffe di ogni tipo e per ogni fascia di utenza. Alcune comprendono il VoIP, altre no. Naturalmente, il traffico VoIP ha un costo, ma è un tipo di servizio che può non interessare a tutti. Per questo tipo di clienti, ci sono offerte che non comprendono l’utilizzo del VoIP, a costi inferiori rispetto a quelle che lo comprendono”.
Insomma, Vodafone (come Tim e Wind che allo stesso modo pongono limiti al traffico VoIP su alcune offerte) ne fa una questione di tariffe (una per ogni esigenza) e sembra quasi considerare il VoIP un servizio in più da riservare ad una determinata fascia di utenti.
Inoltre Vodafone si sarebbe limitata ad estendere/esplicitare il blocco VoIP, già esistente, anche a quegli utenti capaci di aggirarlo attraverso le impostazioni del proprio dispositivo.
Per quanto riguarda poi l’innovazione, secondo Vodafone bloccare il VoIP significa anche garantirsi i profitti necessari agli investimenti da fare sulla rete : “Secondo noi è giusto bloccare il VoIP sulle offerte più economiche. Altrimenti gli utenti invece di spendere 10 euro di traffico dati e 10 euro di traffico voce, spenderebbero solo 10 euro di traffico dati, includendovi anche il VoIP”.
Anche in Italia, dunque, come negli Stati Uniti dopo la proposta congiunta Google-Verizon e nel Regno Unito in seguito alla proposta di O2 di far pagare le aziende del Web, si accende il dibattito su una Internet “a più velocità”. Vodafone, d’altronde, dichiara anche che l’attuale offerta è perfettamente in linea con il quadro regolamentare vigente e futuro sia per quanto riguarda la neutralità della rete, sia per la trasparenza nell’offerta e nei servizi garantiti.
A non essere piaciuti ai netizen e agli utenti italiani, tuttavia, il fatto di ridurre al contempo la banda offerta rispetto alle precedenti offerte mantenendo lo stesso prezzo e di relegare il VoIP solo a quella più costosa.
Claudio Tamburrino