Già collaboravano, già si apprezzavano, già facevano fronte comune, ma ora il percorso dei due brand si lega per un ulteriore quinquennio a garanzia delle necessità di ambo le parti: Amazon e Slack hanno firmato una collaborazione di 5 anni che porterà i servizi dell’uno negli uffici dell’altro e viceversa. Un scambio “alla pari” del valore di oltre 200 milioni di dollari, ma soprattutto un fronte comune contro le minacce provenienti da Redmond e da Mountain View.
Slack per Amazon, AWS per Slack
Slack è un servizio per la collaborazione online, una delle molte offerte disponibili per questa dimensione del lavoro. Con l’imporsi del distanziamento e con l’emergere a livello globale dello smart working, la possibilità di coordinare i team da remoto è qualcosa di fondamentale, tuttavia Slack non sembra aver colto la palla al balzo come invece altri hanno fatto. Secondo le prime rilevazioni, infatti, Slack ha continuato la sua corsa al rialzo durante l’ultimo trimestre, ma senza quella accelerazione che altri servizi (ad esempio Microsoft Teams) hanno sperimentato.
Slack sceglie AWS
Per accelerare e consolidare la propria posizione, Slack ha ora siglato un accordo con Amazon per ribadire la propria fedeltà ai servizi cloud AWS, sui quali l’intero progetto è basato, portandosi in casa anche quel “Chime” che potrà suggellare la scommessa di Slack anche sulla videochiamata.
Amazon Chime è un servizio di comunicazione che consente di riunirsi, parlare in chat ed effettuare chiamate di lavoro all’interno e all’esterno della tua organizzazione, il tutto con un’unica applicazione. Gli sviluppatori possono utilizzare gli stessi servizi e infrastruttura per le comunicazioni di Amazon Chime, aggiungere chiamate audio e video, funzioni di condivisione schermo direttamente sulle applicazioni tramite SDK Amazon Chime.
Amazon sceglie Slack
La contropartita offerta da Amazon è la scelta di Slack per la collaborazione remota tra i propri uffici. Slack era già attualmente in adozione presso Amazon, ma non era la soluzione imposta a livello globale: d’ora innanzi, invece, non vi sarà altra piattaforma al di fuori di Slack, su cui Amazon andrà a basare la propria operatività da remoto.
L’impatto, in termini numerici, è eclatante: come rilevato da The Verge, l’attuale maggior cliente Slack è IBM con i suoi 350 mila dipendenti, mentre Amazon mette sul piatto 840 mila utenze in un colpo solo. Così facendo Slack si porta in casa un boccone decisamente prelibato, tenendo lontano tanto Teams quanto Meet laddove proprio Microsoft e Google sono i principali concorrenti nel perimetri della collaborazione online.
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Ecco quindi che i destini di questo settore e quello del cloud si annodano inscindibilmente: in futuro il braccio di ferro tra Amazon, Microsoft e Google si giocherà anche, e pesantemente, su servizi di questo tipo. Chissà che Amazon, unico gruppo a non avere una propria produzione privata, non pensi un giorno ad una scelta ancor più radicale nei confronti di Slack.