Slack utilizza i dati degli utenti per addestrare i modelli di machine learning. Alcuni utenti hanno scoperto questa spiacevole novità leggendo l’informativa sulla privacy. L’azienda canadese, acquisita da Salesforce a fine 2020, non ha preventivamente avvisato che l’uso dei dati è automatico e che la loro esclusione deve essere esplicitamente richiesta.
Opt-out da chiedere via email
La nuova policy è stata scoperta casualmente da Corey Quinn, un dirigente di DuckBill Group. Slack scrive che non usa i dati degli utenti per addestrare i modelli di intelligenza artificiale generativa, ma può usarli per addestrare i modelli di machine learning e quelli di intelligenza artificiale non generativa sfruttati per alcune funzionalità, come il suggerimento di emoji e canali, completamento automatico e ricerca. L’azienda analizza messaggi, file e altri contenuti, senza richiedere un permesso esplicito.
Non è noto quando è entrata in vigore la policy. Molti utenti hanno criticato soprattutto la modalità opt-in. Per evitare che i dati siano utilizzati per l’addestramento dei modelli (opt-out) è necessario inviare un’email all’assistenza clienti. Nel fine settimana, Slack ha pubblicato un post sul blog ufficiale per fornire maggiori chiarimenti sulla questione.
L’azienda conferma l’accesso ad alcuni dati degli utenti, ma non ai contenuti dei messaggi privati e di canali (pubblici e privati). Inoltre la raccolta avviene in forma aggregata, quindi non è possibile risalire all’identità degli utenti. Slack sottolinea anche che i dati non vengono utilizzati per sviluppare i modelli di IA generativa, né vengono condivisi con terze parti.
Sono stati implementati controlli tecnici per evitare accessi non autorizzati. Slack non ha scelto la modalità opt-out per impostazione predefinita perché crede che le protezioni siano sufficienti. Inoltre, le prestazioni dei modelli IA peggiorano, se molti utenti decidono di impedire l’uso dei propri dati.