Dopo il passo falso della fugace comparsa sull’app store dedicato a iOS, Slingshot è stata ufficialmente rilasciata da Facebook, per utenti iOS (che dispongano della versione 7) e Android (4.1).
Nessuna sopresa per gli utenti statunitensi che possono inziare ad utilizzare il servizio: come anticipato dalle indiscrezioni, l’app è un servizio di messaggistica che incoraggia al tempo stesso la comunicazione da uno a molti e la relazione fra individui, presupponendo che l’utente che invia il messaggio susciti fra i suoi contatti tanto interesse da indurli a ricambiare il contenuto con un contenuto creato ad hoc. Per arricchire il meccanismo, l’app si ispira a funzioni che animano altri servizi: i loop video di Vine, la breve durata dei video di Instagram, la natura effimera dei contenuti di Snapchat, già rincorsa da Facebook con Poke , ora ritirata dal mercato.
A differenza di quanto pronosticato dagli osservatori, SlingShot non si configura come un clone di alcuna di queste applicazioni. L’intento dell’app, basata sulla necessaria reciprocità per sbloccare i contenuti altrui, è quello di alimentare la crescita di un popolo di creatori che non temano di condividere con le moltitudini dei propri contatti i cacumi della propria quotidianità , senza temere commenti.
Nata dalla divisione Creative Labs, sviluppata a partire da un’idea balenata nel corso di una hackathon organizzata a dicembre 2013, Slingshot andrà ad aggiungersi all’ ecosistema di applicazioni che Facebook sta organizzando intorno al proprio social network. Al pari della recentemente acquisita Whatsapp, a differenza di Messenger, da poco rilasciata come app stand alone , SlingShot non richiede un account Facebook .
Gaia Bottà