Il Consiglio Nazionale riunito nella capitale Bratislava, il parlamento della Slovacchia, si trova oggi a dover fare i conti con un’anomalia che non ha natura legislativa né politica: un sospetto attacco informatico. A differenza di quanto si potrebbe immaginare, considerando il periodo, non si tratta però dell’azione di un ransomware.
Un jammer ferma il parlamento, in Slovacchia
Le testimonianze fin qui raccolte fanno riferimento a un non meglio identificato segnale proveniente dall’esterno. Una sorta di jammer, in grado di mettere fuori uso tutti i sistemi informatici presenti nell’edificio. Riportiamo di seguito in forma tradotta le parole del presidente Boris Kollar, affidate a un’emittente televisiva locale. Al momento non si esclude comunque l’ipotesi di un malfunzionamento.
Abbiamo identificato un incidente di cybersicurezza. C’è un segnale che penetra da non sappiamo dove, bloccando i nostri sistemi, i computer, non possiamo nemmeno servire chi si trova nella nostra mensa. Oggi non voteremo, dobbiamo scoprire dove siamo stati colpiti o se si tratta di un malfunzionamento.
La scorsa settimana, la Commissione Europea ha avanzato una proposta che mira a rafforzare la resilienza delle infrastrutture critiche, così da poter rispondere in modo più tempestivo ed efficace agli attacchi subiti, sia informatici sia fisici.
Uno scenario che conosciamo bene anche in Italia. Tra le azioni malevole rivolte al nostro paese ricordiamo quella che, nel mese di aprile, ha messo fuori uso per giorni interi le risorse online del Ministero della Transizione Ecologica.