Roma – C’è lo zampone di Siemens Informatica dietro la prossima distribuzione presso i militari italiani di carriera della cosiddetta “Milcard”, una carta di cui si parla da tempo dotata di supporto digitale per contenere informazioni e certificazioni dei militari dell’ Esercito Italiano .
Stando a quanto affermato da Siemens, la Milcard sarà distribuita a partire dall’anno prossimo a 100mila militari. Nella card, oltre ai dati personali di uso immediato anche la fotografia, l’impronta digitale, informazioni sanitarie nonché i certificati digitali che saranno necessari agli utenti della card sia per interfacciarsi con gli strumenti di identificazione sia per utilizzare la firma elettronica.
Sulla card sarà comunque successivamente possibile inserire altri dati, come quelli relativi all’equipaggiamento, agli stipendi e via dicendo. Informazioni che nelle speranze dell’Esercito dovrebbero rendere più agevoli le operazioni di back-office e ridurre i costi operativi.
Siemens si occuperà non solo di fornire le carte e i relativi sistemi di gestione ma anche di tutto quello che va dalla progettazione alla configurazione dell’infrastruttura PKI (a chiave pubblica) per il rilascio dei certificati di autenticazione e di firma digitale.
“La MilCard – spiega Siemens in una nota – si basa su una Smart Card di tipo multiapplicativo che possiede le capacità crittografiche richieste per l’esecuzione delle operazioni di firma digitale e cifratura dei dati. Inoltre, dispone di una memoria per le applicazioni pari a 32 Kb e, sia per il chip sia per il sistema operativo, di certificazione ITSEC e4-high, il livello più elevato di certificazione di sicurezza richiesto in Europa per le Smart Card usate per la firma digitale”.
Un progetto forse più ambizioso di quello messo in campo per l’Esercito italiano è quello annunciato dal Pentagono lo scorso luglio, quello cioè di una ID Card capace di contenere dati biometrici a cui affidare la gestione dei privilegi d’accesso, tanto fisici quanto digitali, alle infrastrutture militari. Di interesse anche il fatto che, in quella occasione, il Dipartimento della Difesa USA ha realizzato un vero e proprio programma di individuazione delle tecnologie necessarie, un programma atto a stimolare la collaborazione delle imprese private in quello che viene percepito come un necessario “salto di qualità”.