895 dollari: è quanto costerà LS9, arma da fuoco progettata da LodeStar Works, realtà fondata solo quattro anni fa che potremmo definire una startup. Prezzo non annunciato, ma presumibilmente inferiore, per la 1911 Sentry di SmartGunz, più semplice nel design e nelle funzionalità. Cosa le accomuna? Entrambe sono smart gun.
Un lettore di impronte sulla pistola: l’era delle smart gun
Oltreoceano sta per prendere il via l’era delle pistole intelligenti. O almeno è quanto sostiene un articolo pubblicato oggi in esclusiva da Reuters, che anticipa il via alla commercializzazione entro l’anno. A distinguere questi modelli dalle alternative tradizionali è la tecnologia integrata, in grado (secondo i produttori) di consentirne l’utilizzo solo al legittimo proprietario ed eventualmente alle altre persone autorizzate.
In che modo funziona? Il metodo non è poi così differente rispetto a quello impiegato per lo sblocco di uno smartphone: un lettore di impronte digitali, in alcuni casi affiancato da un chip NFC in grado di leggere le informazioni contenute in un dispositivo indossato da chi la impugna, proprio come avviene mettendo in comunicazione due telefoni, avvicinando un documento per la lettura o la carta di credito al POS. Un ulteriore livello di sicurezza è rappresentato dall’obbligo di digitare un PIN.
A cosa serve una smart gun? Le società impegnate in questo mercato (c’è anche Biofire, statunitense come le altre due) sostengono la loro utilità principalmente per evitare incidenti dovuti all’uso delle armi da fuoco lasciate incustodite. Verrebbe inoltre meno la possibilità di utilizzarle dopo essere state rubate.
Sebbene mai davvero commercializzate, sono al centro di un acceso dibattito ormai da oltre due decenni. Correva l’anno 1999, quando Smith & Wesson annunciò lo sviluppo di una pistola con caratteristiche simili. La notizia non fu ben accolta dall’ala più conservatrice della National Rifle Association, che promosse una campagna di boicottaggio tale da impattare in modo significativo sulle entrate dell’azienda.
Più di recente, nel 2014, toccò alla tedesca Armatix. La sua calibro 22 (nel filmato qui sopra) arrivò sugli scaffali, prima di essere ritirata in tutta fretta non appena scoperto che qualcuno era riuscito a bucare il sistema di protezione rendendolo del tutto inutile.