Smart Workers Union: proclamato lo sciopero nella PA

Smart Workers Union: proclamato lo sciopero nella PA

Smart Workers Union, in sindacato dei lavoratori in smart working: un tema da esplorare che si fa notare con la proclamazione di uno sciopero nella PA.
Smart Workers Union: proclamato lo sciopero nella PA
Smart Workers Union, in sindacato dei lavoratori in smart working: un tema da esplorare che si fa notare con la proclamazione di uno sciopero nella PA.

Ebbene si, è nato un sindacato per i lavoratori in smart working. Si tratta di una organizzazione che da una parte lotta per l’imposizione del diritto allo smart working e dall’altra chiede che questo diritto non ne calpesti altri. Ha uno statuto (qui), un direttivo (qui) e un sito (qui) per informare su tutte le attività in essere. E ha soprattutto un nome: Smart Workers Union.

Smart Workers Union

Inizia tutto nel 2020, in piena pandemia, quando lo smart working diventa improvvisamente esigenza nazionale per affrontare l’emergenza sanitaria:

È costituita ai sensi dell’art.14 e seguenti del codice civile la Smart Workers Union (SWU) quale libera associazione sindacale unitaria delle lavoratrici e dei lavoratori, anche disoccupati, subordinati ed autonomi di ogni categoria lavorativa pubblica o privata (intercategoriale), nazionalità, convinzione politica e religiosa, associati per la difesa degli interessi comuni, professionali, economici e morali. La SWU è indipendente da governi di qualsiasi natura, da confessioni religiose e da partiti politici.

Il tema si impone oggi agli onori delle cronache in virtù della proclamazione di uno sciopero, cercando così di alzare i toni attorno al problema di cui il sindacato intende incaricarsi:

La Smart Workers Union, considerato che non è stata convocata per l’eventuale tentativo di conciliazione(art.2 comma 2 L.146/90), trascorsi i cinque giorni di rito, proclama uno sciopero di tutto il personale amministrativo, informatico e con mansioni remotizzabili e telelavorabili del pubblico impiego e relative partecipate (inclusi assistenti sociali, psicologi, avvocati, ingegneri, architetti, geometri, ispettori, personale amministrativo dei comparti scuola e sanità, operatori sanitari e medici che operano con sistemi di telemedicina ed insegnanti in regime di didattica a distanza,), su tutto il territorio nazionale per l’intera giornata del 28ottobre 2021.

Lo sciopero è indetto “contro il recente Dpcm del 23/09/2021 in cui si stabilisce che dal 15 ottobre 2021 la modalità di svolgimento della prestazione lavorativa nelle amministrazioni di cui all’art.1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo2001, n. 165, è quella in presenza“.

Un tema che merita dibattito

Il tema è chiaramente importante poiché l’innesto dello smart working nel mondo del lavoro è giunto in modo tardivo e violento rispetto all’attenzione che avrebbe invece dovuto meritare da molto tempo. I vantaggi sono innegabili sotto molti punti di vista, ma logiche aziendali, cecità strategica della politica e sindacati tardivi hanno trasformato il tema in un tabù. Doveva arrivare una pandemia per aprire gli occhi a tutti e dimostrare che, con i giusti accorgimenti, lo smart working è valore da poter esprimere.

La pandemia ci ha offerto una occasione unica per un cambio epocale in tutti quegli ambiti lavorativi dove la forma di prestazione lavorativa non necessariamente deve avvenire in presenza e in quegli ambienti digitalizzati e tecnologici. Una occasione da non buttare al vento e da cogliere al volo, per ammodernare il paese con una pubblica amministrazione più efficiente e aziende all’avanguardia. Ma soprattutto avere lavoratori più felici e padroni del proprio tempo.

Con lo sfumare dei contagi, però, ecco riemergere i vecchi vizi e nuovi sindacati: non è certo questo il modo migliore per mettere il tema nell’agenda politica. Dopo anni di silenzio attorno al mondo delle partite IVA, però, non ci si può certo attendere un approccio virtuoso con un sottoinsieme che, sotto il cappello di “smart working”, mette dentro le realtà più disparate. Se il tema va ad imporsi è per il muro contro muro che si è innestato nella Pubblica Amministrazione dopo le recenti prese di posizione del ministro Brunetta. Ma lo smart working è altro e spesso altrove e di questo un sindacato che vorrà trovare rappresentanza dovrà occuparsene immediatamente. Anche al netto di proclamazioni di sciopero, ma cercando un dialogo con aziende e istituzioni per arrivare anzitutto a riconoscere che lo smart working non è una scappatoia, ma una dimensione parallela piena di sfumature virtuose fin qui ignorate.

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Pubblicato il
28 ott 2021
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