Una delle ricette individuate dal Governo per stringere la morsa attorno alla seconda ondata della pandemia da Coronavirus è nello smart working. Mentre per le aziende private si tratta di una raccomandazione, per la Pubblica Amministrazione diventerà molto probabilmente una prassi da qui ai prossimi mesi, per poi radicare nel modus operandi degli uffici pubblici del futuro.
Più smart working per la PA
Dopo che la soglia era stata fissata al 50% a seguito dei rientri dalle vacanze estive, la misura potrebbe presto salire al 75%. La finalità è duplice: da una parte v’è la necessità di ridurre le presenze all’interno degli uffici, ove non sempre il distanziamento è possibile e dove si addenserebbero i punti di rischio potenziale sia per i lavoratori che per i cittadini allo sportello; dall’altra v’è la possibilità di alleggerire gli spostamenti sui mezzi pubblici, altra evidente grave difficoltà che si dovrà affrontare nei mesi a venire.
La proposta giunge al momento dal ministro Speranza, secondo il quale (così come traspare da una bozza di intervento trapelata in queste ore) servirebbe un “ampliamento dello smart working al 70-75%“. Non si tratta dunque ancora di una misura inserita in una bozza di DPCM, ma con ogni probabilità così sarà. Gli interventi organizzativi apportati durante la scorsa primavera hanno infatti consentito di testare la macchina organizzativa della PA, peraltro con buoni risultati. Ora la lezione del primo lockdown potrà servire per evitarne un secondo, adottando le misure emergenziali già testate per trasformarle in misure preventive.
Di questo tema si tornerà a parlare fin dalle prossime ore: il testo sarà discusso presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed entrerà tra le misure di contenimento del contagio previste nel DPCM in uscita. Saranno regole nelle quali, per la prima volta da molti mesi, si tornerà a porre restrizioni a salvaguardia della salute pubblica: lo smart working è una delle misure più importanti ed incisive, alla quale guarderemo col senno del poi anche come grande cartina di tornasole dell’intraprendenza e della responsabilità della forza lavoro della PA italiana. Soprattutto in ambito locale.