La bozza del decreto Sostegni bis ha iniziato a circolare e le prime direttrici stanno emergendo in queste ore. Un paio di punti sembrano essere particolarmente interessanti poiché meglio definiscono o aggiungono dettagli rispetto a quanto già non si ipotizzava in precedenza.
Smart working prorogato
Anzitutto v’è la conferma della proroga dello smart working nel settore privato fino al 30 settembre 2021. In attesa che la pandemia veda piegarsi le curve del contagio, e che il ritorno al lavoro possa essere una libera scelta più che una questione burocratica tra Stato e datore di lavoro, il Governo va così a prolungare l’attuale situazione permettendo una via semplificata nelle comunicazioni (al fine di facilitare l’adozione dell’home working permanente per i dipendenti con cui sia possibile far propria questa misura).
Startup e incentivi
Altro punto particolarmente interessante è lo stimolo pro-startup che compare nel nuovo testo. Nella fattispecie, si tratta di una temporanea eliminazione delle imposte sulle plusvalenze che derivano dalla cessione di partecipazioni: chi investe in startup, insomma, fino al 2025 non pagherà sul valore aggiunto venutosi a creare. Ciò permetterà con più facilità di incoraggiare gli investimenti in imprese private, incoraggiando una sorta di trasferimento di denaro tra privati e aiutando le startup più promettenti attraverso il ricorso ad un aiuto a livello di tassazione. Unico limite a questo meccanismo, al fine di mettere all’angolo quelle che sarebbero mere speculazioni, è che le plusvalenze escluse dall’imposta al 26% saranno quelle maturate a seguito di investimenti della durata di almeno tre anni e soltanto se la cifra medesima sarà reinvestita in startup o PMI innovative.
Trattandosi di bozze, occorrerà ora attendere conferma in atto di approvazione del decreto: con ogni probabilità queste indicazioni saranno però semplicemente definite e consolidate, unitamente agli interventi su affitti, IMU, TOSAP, ristori e altre misure a sostegno delle imprese.