La pubblicazione del decreto del Ministero del Lavoro sancisce le nuove regole con cui l’Italia adotterà lo smart working in questa nuova stagione. Il Paese si è fatto trovare impreparato in tempi di pandemia, infatti, dovendo rispondere con urgenza a necessità che facevano a pugni con la vecchia burocrazia.
Smart working: così dal 1 settembre 2022
Per molti versi la sfida non è stata vinta del tutto, poiché a distanza di due anni dalla maledizione del 2020 ancora l’Italia non ha trovato un equilibrio ed una politica coerenti in tema di lavoro agile. Tuttavia una convinzione ha preso il largo in modo definitivo: occorre alleggerire le pratiche in capo ai datori di lavoro e facilitare l’accesso allo smart working da parte dei lavoratori. Eliminare i vecchi attriti burocratici e facilitare il disbrigo delle procedure consentirà di operare con maggior rapidità e minori costi, avviando rapidamente questo tipo di collaborazione laddove necessario.
Spiega il decreto all’art.1:
In attuazione dell’articolo 23, comma 1, della legge 22 maggio 2017, n. 81 e successive modificazioni, è adottato il modello concernente le informazioni relative all’accordo di lavoro agile di cui all’allegato 1 al presente decreto
Il modulo è accessibile qui tramite autenticazione con SPID o CIE. Recita inoltre l’articolo 2:
Ai sensi di quanto previsto all’articolo 19, comma 1, della legge 22 maggio 2017, n. 81, il datore di lavoro conserva l’accordo individuale per un periodo di cinque anni dalla sottoscrizione.
Tali disposizioni hanno valore a partire dal 1 settembre 2022. La regola è dunque semplice: permane la regola dell’accordo individuale tra le parti, ma al tempo stesso viene alleggerita la burocrazia correlata. Per ragionare sul lavoro agile, insomma, ci saranno tempi migliori e nuovi governi: nel frattempo c’è un Governo Draghi che ha il dovere di amministrare il presente, assicurando all’autunno i migliori strumenti per poter agire e reagire sul mercato del lavoro.