Il Consiglio dei Ministri è in corso per questioni legati al PNRR e ancora non ci sono comunicazioni ufficiali conclusive, ma fin dalla mattinata sono andate in approvazione le bozze di decreto relative al tema dello smart working. Due i passaggi importanti: il primo è relativo alla Pubblica Amministrazione, il secondo al mondo dell’impresa.
Smart working, la bozza in CdM
La novità importante relativa al mondo della PA è la cancellazione dell’obbligo dello smart working al 50%. Si proseguirà quindi in deroga fino all’adozione del nuovo contratto nazionale (sul quale il ministro Brunetta intende incidere a fondo in quello che è – stando alle sue parole – il suo ultimo incarico ministeriale), previsto nell’ultimo trimestre dell’anno. La sensazione è che si andrà comunque verso un annullamento del vincolo e dei limiti indicati dai Pola (Piani Organizzativi per il Lavoro Agile), segno di rottura che conferma i dissapori nei contenuti tra l’attuale ministro e la precedente reggenza Dadone.
Per quanto riguarda il mondo dell’impresa, al momento il Governo sembra voler prendere tempo: il regime semplificato per l’adozione dello smart working viene prorogato per l’ennesima volta, procrastinando una risposta emergenziale a quella che è una situazione emergenziale. Non si interverrà, dunque, se non al termine del periodo della pandemia e, con ogni probabilità, solo all’interno di una più approfondita, radicale ed evolutiva riforma del mondo del lavoro.