Con un emendamento della Camera al Decreto Sostegni, lo smart working ha trovato estensione fino a fine 2021 prorogando lo status quo che è andato affermandosi durante i mesi della pandemia. Ogni intervento più radicale sul tema “home working” sarà possibile dunque a partire dal 2022, ma nel frattempo il voto dei deputati ha voluto porre l’accento sulle misure con cui aziende e lavoratori possono affrontare questo periodo di adattamento ad una nuova realtà che sta andando via via istituzionalizzandosi.
Fringe benefit non lascia: raddoppia
In particolare la Camera ha approvato un “fringe benefit” detassato per lavoratori in smart working portato anzitempo a quota 516,46 euro e così mantenuto fino a fine anno (nonostante sia stato fin qui ancora poco sfruttato). Questa misura dovrebbe consentire ai datori di lavoro di elargire bonus ai dipendenti che si organizzano in casa con l’acquisto di beni e servizi utili all’allestimento di una postazione di lavoro domestica.
Il benefit contempla spese in mobili per l’ufficio, scrivanie, sistemi di illuminazione e altro ancora. Da una parte v’è una mano tesa ad aziende e dipendenti affinché possa essere semplificato il ricorso allo smart working; dall’altra v’è un indiretto incentivo per il rilancio di aziende duramente colpite in questi mesi, tra le quali tutto il settore della produzione di mobili e strumenti ergonomici per il lavoro di ufficio.
Con 516,47 euro è sicuramente possibile acquistare una scrivania, una luce dedicata e una seduta ergonomica, tutta strumentazione minima essenziale per l’allestimento di una postazione comoda e sicura. Spendendo di più ci si può sistemare ancor meglio, attrezzandosi davvero con tutto quanto necessario, ma nel fringe benefit non vuole esserci la soluzione ad ogni problema: vuole celarsi semmai una mano tesa, un incoraggiamento, un modo per avvicinare le parti e favorire un passo utile e virtuoso. Per le decisioni permanenti è tutto rinviato all’anno 2022, quello che si auspica depurato dalle deviazioni della pandemia.