Anche dopo la fine della pandemia, le aziende potranno continuare a beneficiare delle modalità semplificate di trasmissione delle comunicazioni relative allo smart working, come sperimentato negli ultimi due anni. È quanto indicato in un emendamento al decreto Sostegni Ter predisposto dal Ministero del Lavoro. Lo riporta oggi la redazione de Il Sole 24 Ore.
Sostegni Ter: comunicazione semplificata per lo smart working
L’approvazione definitiva del decreto è attesa entro le prossime settimane, prima di fine marzo, in anticipo rispetto alla scadenza dello stato di emergenza fissata per giovedì 31 (sappiamo che non ci saranno ulteriori proroghe). Dovrebbe includere la possibilità di conservare in sede i testi degli accordi individuali siglati con i collaboratori, procedendo esclusivamente a quella che viene definita una comunicazione telematica unica.
Abbiamo già avuto modo di scrivere su queste pagine come il mantenimento di un regime di smart working possa essere di mutuo beneficio sia per l’azienda sia per i dipendenti, ma solo se solo in presenza di regole chiare ed eque. La prima ha facoltà di garantirsi che lo svolgimento delle mansioni da remoto non finisca con l’inficiare la produttività (pregiudizio già smentito dai due anni di pandemia). Chi presta servizio deve invece poter contare sul diritto alla disconnessione e su un supporto al sostenimento delle spese che con il caro energia rischiano di gravare quasi esclusivamente sul suo portafogli.
Quanti saranno i lavoratori da remoto in Italia, dopo la fine della crisi sanitaria? Oltre quattro milioni secondo una stima fornita il mese scorso da Repubblica.
Laddove possibile, negli scenari che lo consentiranno, l’adozione di questa formula potrà avere un impatto positivo anche a livello ambientale e sulla mobilità, togliendo dalla circolazione una quota non indifferente di pendolari. Molte aziende sceglieranno quella che può essere definita una ricetta ibrida, alternando giorni in sede o in ufficio ad altri connessi da casa.