L’improvvisa esplosione della pandemia ha portato la scorsa primavera milioni di dipendenti a collaborare da casa con le modalità del lavoro agile, in smart working se vogliamo usare un termine tanto in voga da qualche tempo. Sono molte le aziende che hanno optato per questa pratica pur di non interrompere la loro operatività, facendo leva sul cosiddetto smart working semplificato per applicarla a tutto il personale senza necessità di siglare accordi individuali.
Lavoro agile e smart working semplificato: quali prospettive?
Una possibilità prevista dal Governo per far fronte all’emergenza e per andare incontro alle esigenze manifestate sia dalle aziende sia dai loro dipendenti, ma che ha una scadenza ben precisa: 30 aprile 2021. Tra poche settimane le imprese potrebbero dunque vedersi costrette a richiamare i collaboratori in ufficio o a trovare con loro un accordo per poter proseguire come negli ultimi dodici mesi.
L’ipotesi non è stata scongiurata dal decreto Sostegni, come ipotizzato da qualcuno, con il termine che si avvicina. Si parla ora di una possibile proroga al 30 settembre. La speranza è che per l’autunno la campagna vaccinale abbia dato i suoi frutti, permettendo un ritorno alla normalità o un’affermazione di quella che molti definiscono Nuova Normalità.
Se ne discute anche in tema di Pubblica Amministrazione, come testimonia il post condiviso oggi dal Ministro che riprende un’intervista concessa al Corriere. Secondo Brunetta, per i dipendenti pubblici lo smart working potrà continuare solo se migliorerà l’efficienza del lavoro e la soddisfazione del cliente, se no si tornerà sul posto di lavoro
.
La mia stella polare sono 60 milioni di cittadini che hanno diritto a servizi efficienti e di qualità. Lo #smartworking è il benvenuto, ma a condizione che risponda ad una migliore organizzazione del lavoro, all’efficienza e aumenti la soddisfazione dei clienti.
🗞 @Corriere pic.twitter.com/P697rPm3YI
— Renato Brunetta (@renatobrunetta) April 13, 2021
Ciò che abbiamo imparato nel corso dell’ultimo difficile anno è che il lavoro agile, se applicato con le corrette modalità e senza penalizzazioni per ambedue le parti in gioco, può essere di beneficio sia per l’azienda sia per i dipendenti. L’emergenza ha dato a molti l’opportunità di sperimentarne le dinamiche, seppur in modo forzato. Non cogliere la lezione e le opportunità nel nome di un ritorno a una formula di collaborazione collaudata sarebbe ingenuo nonché poco lungimirante.