Il prezzo medio degli smartphone è notevolmente aumentato negli ultimi anni. Non si tratta però di un vero fenomeno inflattivo: è stata, semmai, una riformulazione del ruolo e delle specifiche di uno strumento che è ormai centrale nella vita delle persone e le cui caratteristiche sono ormai quelle di piccoli computer portatili di grande prestigio e potenza computazionale. L’aumento medio dei prezzi si è verificato dunque per una vera e propria evoluzione della specie, peraltro spostando verso l’alto il baricentro delle scelte degli acquirenti: sempre meno persone scelgono gli entry-level, sempre più utenti accedono ai top-di-gamma o ad una gamma media che si è nel frattempo gonfiata di ambizioni.
Smartphone: quanto peserà l’inflazione?
In questo contesto, però, sono avvenute due circostanze che gravano come forti minacce sui prezzi del comparto: da una parte v’è la carenza di chip che rischia di mettere in dubbio la capacità dei produttori di alzare ulteriormente l’asticella nell’immediato; dall’altra v’è un’inflazione cresciuta al 7% negli Stati Uniti e assestatasi appena sotto questo valore in Europa, creando quindi una generale bolla inflattiva destinata presto o tardi a esondare in ogni singolo mercato.
Che ne sarà degli smartphone? Questi due elementi sono destinati a premere ulteriormente sui prezzi per stimolare ulteriori rialzi. Il rischio che in tempi di incertezza possano manifestarsi rallentamenti nella domanda, però, sussistono, soprattutto in un mercato ormai esausto come quello mobile. Un aumento generale è probabilmente ipotizzabile, ma non con ritmi maggiori rispetto a quanto non sia avvenuto negli anni passati: strappi ulteriori potrebbero danneggiare soprattutto la fascia alta di mercato, quella che garantisce i margini migliori alle aziende produttrici. Si potrà capire qualcosa di più fin dai prossimi mesi: entro la primavera saranno disponibili i primi nuovi device dell’anno (soprattutto in ambito Samsung) e sarà più semplice intuire quanto la carenza di chip e l’inflazione possano pesare nella definizione dei nuovi prezzi medi di mercato.
La forte concorrenza che il settore sta vivendo potrà diventare la miglior salvaguardia per gli utenti: da Samsung ad Apple, da Oppo a Xiaomi, passando per Vivo e RealMe, ognuno con le proprie novità da portare su un mercato sempre più famelico di novità e performance. Capire lo stato di salute del comparto, insomma, non è ancora possibile. La sensazione, tuttavia, è che l’inflazione possa soltanto sfiorare l’ambito tecnologico, lasciando che i prezzi in questo segmento salgano per evoluzione naturale e senza gli influssi diretti che altri ambiti pagano invece a caro prezzo. Passata la tempesta di inizio 2022, poi, la situazione potrebbe normalizzarsi: capiremo a settembre su quali prezzi Apple sposterà il baricentro dei prossimi iPhone ed a quel punto sarà possibile tirare le fila di una annata densa di incognite per tutto il mercato, ma con un mare di liquidità a disposizione per far esplodere nuovi fenomeni di vendita al primo afflato di ottimismo che la pandemia potrebbe lasciar fluire.