I nuovi dati trimestrali Canalys sulle vendite di smartphone a livello globale mettono in luce due brand che stanno navigando controcorrente e che promettono pertanto importanti performance per i mesi a venire. Nel contesto di un settore che va comprimendosi, con vendite in calo dopo nuovi anni di crescita, Xiaomi, Oppo e Vivo perdono quota mentre Samsung ed Apple crescono in controtendenza, mettendo quindi a segno una performance di particolare significato.
Il calo di Xiaomi, Oppo e Vivo
Il mercato ha rallentato per motivi noti: una supply chain incastrata, una guerra che ha escluso alcuni mercati dalle vendite, attenzioni distolte rispetto ai trend che guidavano la domanda di fine 2021 e altre componenti hanno portato il comparto a frenare rispetto ai ritmi abituali. Ecco quindi confermarsi anzitutto i due leader indiscussi, Samsung ed Apple: il primo passa dal 22 al 24% delle vendite complessive anno su anno, mentre Cupertino passa dal 15 al 18%. I due gruppi si confermano così al primo ed al secondo posto tra le vendite globali. Xiaomi, in terza piazza, perde un punto percentuale passando dal 14 al 13% (performance ottenuta grazie soprattutto alle ottime vendite Redmi), Oppo scende al 10%, Vivo si sgonfia dal 10 all’8%.
La Cina, insomma, ne è uscita ridimensionata. Il prossimo trimestre potrà dire se questo traguardo parziale possa essere consolidato o se basta il maxi-lockdown di Shangai a calmierare ulteriormente le speranze di ribaltare gli equilibri di mercato oltre la grande Muraglia. Complessivamente le vendite sono diminuite dell’11% rispetto al primo trimestre del 2021, quando la minaccia principale era la pandemia e quando ancora i venti di guerra non spiravano a livello internazionale. Ora la pandemia pesa sull’Oriente quanto non aveva pesato prima, ma nel frattempo sarà la guerra a inquinare i pozzi del mercato occidentale.
Gli smartphone di nuova generazione stanno generalmente vendendo a buon ritmo, dunque il rallentamento globale sembra dettato più da questioni di contesto e congiuntura che non dalla mancata capacità di rispondere alla domanda di mercato. I timori di recessione sono un’incognita sui mesi a venire e l’innovazione dovrà fare i conti con la necessità di rispondere all’inflazione contenendo una variabile determinante quale il prezzo. Quest’ultimo aspetto potrà essere fondamentale per le vendite di metà anno: gli smartphone devono tener testa ad attese sempre crescenti, ma a fronte di una componentistica sempre più onerosa. Se la logica della riparabilità dovesse finalmente imporsi, inoltre, il ciclo di vita potrebbe allungarsi. Di fronte potremmo avere una mutazione dei modelli di business, qualcosa che andrà tenuto in considerazione snocciolando le cifre di vendita dei trimestri futuri: nulla di immediato, ma tutto ormai in divenire.