Roma – Presto, molto presto, il fronte sempre caldo delle botnet di PC zombie coinvolgerà le piattaforme mobili. Per i ricercatori del Georgia Tech non si tratta semplicemente di un’ipotesi quanto di una certezza: sempre più intelligenti e capaci gli smartphone, sempre più poliedrici e web-attrezzati gli iPhone e i googlefonini basati su Android per non fare gola al cyber-crimine tecnologicamente avanzato .
Con la maggiore complessità dei browser e dei sistemi operativi mobili cresce anche il rischio di introdurre sui dispositivi vulnerabilità di sicurezza , sfruttabili per installare software malevolo con cui avere il controllo da remoto del bot, avvertono dal Georgia Tech.
A quel punto, i cyber-criminali potrebbero sfruttare il vantaggio di avere a disposizione sistemi “always-on” come i cellulari e gli smartphone, per generare categorie del tutto nuove di truffe e crimini telematici come quello, al momento solo ipotetico, di istruire un esercito di bot a chiamare le numerazioni a pagamento per l’acquisto automatico di suonerie preconfezionate.
“Qui la questione è: possono farlo in maniera efficace, mettendo su un mucchio di soldi con poco rischio?” si domanda l’esperto di botnet e ricercatore di SecureWorks Inc. Joe Stewart, che parafrasando un Marzullo d’altri tempi si da pure la risposta sostenendo che se i cyber-criminali possono, sicuramente “lo faranno”.
Oltre ad essere costantemente online, gli smartphone hanno il vantaggio di non avere generalmente attivi software antivirus o di sicurezza , sin troppo esigenti dal punto di vista della potenza computazionale e pertanto veri e propri software succhia-batteria da cui stare alla larga.
Al contrario, un possibile fattore mitigante di un fenomeno ipotetico ancorché potenzialmente dirompente sarebbe lo stringente controllo degli incumbent sui propri network, che consentirebbe di buttare giù eventuali smart-botnet con una facilità maggiore rispetto a quanto capita oggi con Internet.
Alfonso Maruccia