Smartphone e lavoro: come deve essere, come scegliere

Smartphone e lavoro: come deve essere, come scegliere

Come definire oggi uno smartphone per l'azienda o per un professionista? Ma soprattutto: ha ancora senso pensare uno smartphone in quest'ottica?
Smartphone e lavoro: come deve essere, come scegliere
Come definire oggi uno smartphone per l'azienda o per un professionista? Ma soprattutto: ha ancora senso pensare uno smartphone in quest'ottica?

Ormai è concetto risaputo il fatto che lo smartphone sia divenuto in irrinunciabile strumento di lavoro, ma non sempre quando si deve scegliere è chiara la direzione da prendere. Cosa significa, infatti, sostenere che lo smartphone sia diventato uno strumento di lavoro?

Uno smartphone per il lavoro

Un conto, infatti, è ricevere chiamate, leggere email e curare i propri appuntamenti in agenda: nulla che non potesse fare un Blackberry dell’epoca, tanto per capirci. Altra questione, invece, è usare il device per rapide elaborazioni di preventivi su Word, per archiviare fatture, per scambiare documenti. Molti lo utilizzano per scattare rapidi fotografie che valgano da promemoria, altri ancora ne fanno un vero e proprio ufficio in mobilità. In pochi casi lo smartphone è uno strumento di elaborazione più avanzato, ove  si fa post-produzione fotografica e video.

Samsung Galaxy Note20 Ultra 5G

Fin qui i desiderata, insomma, ed ognuno ha una situazione differente ed abitudini differenti. In molti casi la scelta è quella di usare per lavoro quello che è già il proprio smartphone privato, sia che possa essere un dual-SIM, sia che si utilizzi un solo numero di telefono; in altri casi è l’azienda a scegliere ed in questi ultimi di solito si opta per un compromesso che possa mettere assieme un prezzo accessibile, un’offerta telefonica all’altezza delle proprie necessità ed una certa affidabilità del device nel lavoro di tutti i giorni.

Le caratteristiche importanti

Quali sono le necessità medie di oggi, quelle a cui occorre far riferimento quando si sceglie uno smartphone per questioni professionali?

  • dimensioni: i pollici dello schermo sono andati ben oltre i 4 pollici perché non era quella dimensione sufficiente; allo stesso tempo raramente vanno oltre i 6,5 pollici, perché oltre si perde molto in quanto ad ergonomia. Ecco perché i nuovi terminali di fascia alta tendono ad assestarsi attorno ai 6 pollici, lasciando altre dimensioni ad altre aspettative o ad altri concept (vedi quello che sarà il Surface Duo). Tra gli orizzonti da esplorare vi sono i pieghevoli: aumentare la superficie potrà da adito alla nascita di nuove interfacce e nuove funzionalità tali da arrivare ad una soluzione ibrida a cui i phablet hanno sempre ambito senza mai essere riusciti ad imporsi?
  • connettività: sebbene oggi il 4G sia uno standard generale, il 5G è alle porte e presto potrebbe diventare una discriminante importante. L’omologazione sarà in questo caso verso l’alto e qualunque device abbia ambizioni di ambito lavorativo sarà giocoforza costretto a contemplare la nuova generazione della connettività;
  • pennino: ormai non lo adotta più nessuno, tranne la serie Note di Samsung. La S Pen è infatti inclusa nel nuovo Galaxy Note20, regalando modalità di interazioni simili agli appunti manuali. Per molti sarà uno strumento inutile (ma valido per lo scatto di selfie a distanza), per altri sarà un elemento distintivo irrinunciabile. In questo la serie Samsung si impone come uno degli ultimi veri smartphone pensati per un ambito business, qualunque accezione si voglia dare a questa parola in termini di facoltà inclini alla produttività;
  • autonomia: fondamentale, ma solo fino ad un certo punto. Appare ormai raggiunto, infatti, il limite oltre il quale aumentare la capacità non serve, poiché l’importante è poter garantire una buona giornata di lavoro prima di tornare in zona di ricarica. Quest’ultima, inoltre, è ormai sempre più rapida e consente pertanto di recuperare ogni emergenza nel giro di pochi minuti. L’autonomia non fa più dunque la differenza, benché le batterie debbano supportare esigenze sempre più alte dovute a display con refresh rate sempre più elevato (ormai oltre i 100Hz) e comparti fotografici sempre più qualitativi;
  • storage: valga lo stesso discorso, perché la soglia raggiunta è ormai più che sufficiente per gran parte delle necessità, l’ampliamento è possibile, il cloud è una risorsa. Lo sviluppo su questo fronte è ormai irrimediabilmente legato alla fotocamera, le cui capacità (che nei Note ha raggiunto ad esempio la soglia dell’8K in registrazione) determinano in toto le necessità di spazio di archiviazione.
  • prezzo: i top di gamma sono ormai allineati poco oltre i 1000 euro. Può essere qualche centinaio di euro a guidare una scelta in ambito lavorativo, dove il prezzo non è costo ma investimento? Laddove i volumi sono grandi, sicuramente il prezzo fa la differenza. Laddove lo smartphone è la scelta di un singolo professionista, invece, qualche euro in più sono una spesa ragionevole in virtù del fatto che lo strumento abilita possibilità altrimenti non espletabili: una foto meglio riuscita, un’interfaccia più comoda o performance migliori possono fare la differenza quando si può contare soltanto su se stessi o su poche altre risorse.

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Smartphone, post-Covid

Tutte queste considerazioni sono basate peraltro sul pre-Covid, quando la mobilità era un elemento esaltato, quando l’operatività fuori ufficio era paradossalmente tanto più elevata quanto più l’ufficio era considerato dogma. Ora, nell’epoca dello smart working (o presunto tale), in realtà è il telelavoro ad imporsi e la scrivania torna ad essere per molti un contesto più abituale.

Di fronte a questo orizzonte ci si attendono i prossimi Huawei, il prossimo iPhone, i prossimi Samsung, ma si assiste soprattutto al proliferare di un alto numero di device di fascia medio-alta che sembrano poter interpretare un nuovo compromesso tra costi e dotazione equilibrata di specifiche.

Non è chiaro, insomma, cosa ne sarà degli smartphone in ottica professionale, ma con ogni probabilità questo tipo di accezione andrà definitivamente a sfumare. L’era del lockdown ha accelerato anche questo processo, in atto ormai da tempo, e presto saranno soltanto i sistemi operativi a contendersi la palma di quello più adatto (o meno) al fronte professionale. Sarà una battaglia incentrata sulla sicurezza, sull’identità, sul cloud, sull’integrazione di soluzioni business avanzate. A livello hardware, invece, si tratterà di scegliere con quali potenzialità accedere a questo livello di offerte.

I produttori di smartphone potrebbero avere meno incentivi, giocando tutto sul prezzo e sulle performance; i produttori software potranno invece esplorare nuove frontiere e sarà su questo fronte che la battaglia potrà proseguire.

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Pubblicato il
9 ago 2020
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