Dopo aver imposto l’uso del caricabatteria universale, la Commissione europea ha avviato una nuova “battaglia” per conto dei consumatori e dell’ambiente. La bozza di proposta, presentata nel weekend, prevede diversi obblighi per i produttori di smartphone e tablet, tra cui la fornitura delle parti di ricambio per almeno cinque anni dal lancio. Ciò dovrebbe prolungare la vita dei dispositivi e ridurre la spazzatura elettronica.
Unione europea contro l’obsolescenza programmata
In base alle proposta di legge, i produttori di smartphone e tablet dovranno fornire, per i successivi cinque anni dall’arrivo sul mercato, almeno 15 parti di ricambio, tra cui schermo, batteria, cover, fotocamere, altoparlanti e SIM/memory card tray. Se non è possibile fornire la batteria di ricambio, i produttori dovranno rispettare determinati requisiti: capacità rimanente di almeno l’83% dopo 500 cicli di ricarica completi e almeno l’80% dopo 1.000 cicli di ricarica completi.
I produttori dovranno anche fornire le istruzioni di riparazione fino a sette anni dopo l’arrivo sul mercato del dispositivo. Nella bozza viene inoltre specificato che l’operazione di smontaggio deve essere possibile senza utensili oppure con gli utensili venduti insieme alle parti di ricambio.
È prevista anche l’adozione di un’etichetta energetica, come quelle degli elettrodomestici, sulla quale dovrà essere indicata la durata della batteria e altre informazioni, come la resistenza all’acqua, alla polvere e alle cadute. Le nuove regole non si applicano a smartphone e tablet con schermo pieghevole.
La proposta copre anche il software. I produttori dovranno garantire aggiornamenti di sicurezza per almeno cinque anni e aggiornamenti delle funzionalità per almeno tre anni. Questo requisito sarà difficile da rispettare per i produttori di smartphone e tablet Android. Oggi il supporto dura così a lungo solo per i modelli di fascia alta.