È possibile capire quando un utente è annoiato dall’utilizzo che fa del suo smartphone : a riferirlo è un gruppo di ricercatori di Telefonica Research, Barcellona, sulla base di un algoritmo in grado di analizzare l’attività connessa a un terminale mobile, a tenere traccia di quando è stato ricevuto l’ultimo messaggio o l’ultima chiamata o, per esempio, di quanto spesso si usa lo smartphone, si aprono determinate app o si aggiorna la timeline delle notizie.
Il lavoro di questi ricercatori ha portato ad un algoritmo sviluppato a partire dai risultati ottenuti da un gruppo di controllo a cui è stata fornita per un periodo di due settimane un’app Android con cui si è tracciato regolarmente il proprio livello di noia: le risposte così raccolte sono state comparate con i dati di utilizzo dei loro dispositivi, il numero di dati consumati, le app aperte ecc.
Questo ha permesso di trovare uno schema sulla cui base è stato possibile elaborare l’algoritmo alla base di un’app già soprannominata “radar della noia”, che successivamente i ricercatori hanno verificato su un altro gruppi di utenti.
A questi ultimi soggetti è stata fornita l’app per un periodo di altre due settimane nel corso delle quali, nel momento in cui questa supponeva di individuare un momento di noia, ricevevano la notifica pop up che li invitava a leggere un articolo di BuzzFeed: secondo i ricercatori gli utenti effettivamente annoiati sono più propensi a cliccare sulla proposta rispetto a quelli che la ricevono in un diverso momento.
Traendo le proprie conclusioni a partire da questa supposizione i ricercatori riferiscono che la loro app ha un’ accuratezza dell’83 per cento nell’individuare un utente annoiato .
I ricercatori d’altra parte non si vogliono fermare qui: l’idea è ora quella di verificare quale tipo di contenuto sia preferito dagli utenti nel momento in cui si stanno annoiando.
Claudio Tamburrino